La «nuova» Wagner ora fa paura anche alla Lituania: chiusi due valichi di frontiera con la Bielorussia
In attesa di capire quale sarà il suo futuro operativo, sul piano legale si apre una nuova fase per il gruppo Wagner. La milizia privata guidata dal magnate Yevgeny Prigozhin, decaduta agli occhi del Cremlino dopo l’incredibile rivolta dello scorso 24 giugno, è ora infatti ufficialmente iscritta nel registro delle entità legali in Bielorussia. Come noto, un numero imprecisato di miliziani ha seguito l’ex «chef di Putin» nel Paese alleato della Russia nell’ambito del salvacondotto concordato tra i due ex alleati nella guerra in Ucraina (e prima ancora in Siria, Libia e altri teatri). A dar conto della registrazione del gruppo in Bielorussia è l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, che precisa come l’iscrizione sia stata effettuata nel distretto di Osipovichi e che la milizia è stata classificata nella categoria di attività «altri tipi di istruzione». Nelle scorse settimane il presidente di Minsk Aleksandr Lukashenko aveva spiegato che la Wagner «contribuisce alla formazione delle truppe bielorusse».
I timori lungo i confini della Nato
Dopo la Polonia, ora anche la Lituania ha deciso di prendere contromisure contro il potenziale pericolo alla sicurezza nazionale rappresentato dallo stanziamento dei paramilitari della Wagner nella confinante Bielorussia. Il governo del Paese baltico ha deciso infatti di chiudere «temporaneamente» due dei punti di frontiera con il Paese alleato della Russia, a partire da venerdì. La misura, come spiegato sul sito del governo lituano, mira a «gestire le minacce emergenti alla sicurezza nazionale e le possibili provocazioni al confine»: leggi, come chiarito a seguire dal ministro dell’Interno di Vilnius, Agnė Bilotaitė, «la ricollocazione del gruppo Wagner in Bielorussia». Mentre la guerra in Ucraina resta impantanata e le autorità russe devono fare i conti anche con problemi di stabilità finanziaria, il destino degli uomini della Wagner è tutt’altro che chiaro. Per gli Stati di frontiera della Nato, un’incertezza che richiama la necessità di proteggersi, meglio, di prevenire, più o meno razionali scorribande o incursioni. «Tutto il traffico sarà deviato verso il checkpoint di frontiera di Medininkai», ha fatto sapere il ministero dei Trasporti lituano, notando che quello è il valico più grande e avanzano dal punto di vista tecnologico, dotato di un sistema di ispezione a raggi X adatto a intercettare più adeguatamente le possibili minacce.
Foto di copertina: Il presidente lituano Gitanas Nauseda in visita a Suwalki, in Polonia, a pochi chilometri dal confine con la Bielorussia – 3 agosto 2023 – EPA/Artur Reszko
Leggi anche:
- Il ritorno di Prigozhin: «Stiamo riposando e ci prepariamo per ritornare a combattere» – Il video
- Cos’è il corridoio Suwałki nel mirino della Wagner e perché è il fianco esposto della Nato
- L’allarme del premier polacco: «100 mercenari di Wagner vicini al confine». Il timore dei travestimenti per un attacco ibrido