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Caro-benzina, raccolte 103mila firme contro le accise. Urso: «Costerebbe un miliardo al mese». E l’opposizione attacca: «Distorce la realtà»

18 Agosto 2023 - 14:12 Redazione
A lanciare la raccolta firme è Altroconsumo: «I cartelli con i prezzi medi sono inefficaci»

Mentre continuano i rincari su benzina e diesel, oltre 103mila cittadini italiani hanno firmato la petizione di Altroconsumo in cui si chiede al governo il ripristino dello sconto sulle accise e l’azzeramento dell’Iva sui carburanti. «Il governo ha adottato misure blande, i cartelli con i prezzi medi, che, come prevedibile, si sono rilevate del tutto inefficaci. Fino all’inizio di quest’anno era in vigore lo sconto sulle accise, una misura straordinaria che, pur non essendo incisiva come l’azzeramento dell’Iva, un po’ di respiro agli automobilisti lo aveva dato. Il governo deve ora intervenire in maniera rapida e senza indugi», spiega l’associazione.

Urso: «Il taglio delle accise ci costa troppo»

Richieste di cui, però, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, non vuole sapere. «Tagliare le accise della benzina costerebbe un miliardo al mese, 12 miliardi l’anno. Il governo ha invece utilizzato questi fondi per tagliare due volte il cuneo fiscale e ha intenzione di farlo ancora con la prossima legge di Bilancio», ha detto ad Agorà Estate. «Il ministero dell’Economia sta preparando la manovra che sarà destinata al taglio strutturale del cuneo fiscale per rilanciare l’impresa e il lavoro italiano e consentire a chi ha salari più bassi di avere un reddito dignitoso frutto del loro lavoro», ha aggiunto. Il ministro ci tiene, inoltre, a ribadire che il prezzo industriale in Italia «è il più basso in Europa» e che la tassazione «dipende da una serie di interventi di precedenti governi».

Una versione, quella del ministro, che non convince le opposizioni. «Secondo Urso l’inflazione si sarebbe dimezzata grazie al decreto trasparenza. Che dire? Che il ministro non sappia che pesci pigliare è evidente. Ma questo non lo autorizza a distorcere la realtà. L’unica misura attuata, l’obbligo dei cartelli col prezzo medio dei carburanti, è in vigore da venti giorni. Per i risultati di questo intervento, suggeriamo al ministro di scendere dalla sua auto blu, andare a fare benzina e chiedere agli altri automobilisti», dichiara il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.

Alza la voce anche Riccardo Magi, segretario di +Europa, che punta il dito contro «anni e anni di retorica populista sulle accise sui carburanti da parte di Meloni e Salvini e poi oggi Urso si sveglia, fa un’intervista e ci spiega che è colpa dell’Opec. Delle due, l’una: o Meloni e Salvini hanno preso in giro gli italiani in tutti questi anni dicendo che le tasse sui carburanti si potevano tagliare, oppure Urso ha il mandato chiaro da parte del governo di fare cassa in vista della finanziaria mettendo direttamente le mani nelle tasche degli italiani».

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