Il ministro Calderoli: «Se le lobby non mi uccidono prima dimostrerò che al Sud non arrivano meno soldi rispetto al Nord»
Il ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli sta lavorando sull’Autonomia regionale. E, insieme, a un’altra necessità: «La mappatura di come in passato sono state spese le risorse che lo Stato ha erogato, territorio per territorio, funzione per funzione». In un colloquio con La Stampa Calderoli dice che questa «radiografia» accerterà la malagestione frutto del centralismo e smonterà una volta per tutte «la balla che al Sud arrivino meno soldi rispetto al Nord». Il lavoro è quasi pronto. «E lo finirò… se non mi uccidono prima», dice a Federico Capurso. Ha ricevuto minacce? Non proprio. «Qualcuno mi ha fatto capire di non apprezzare il lavoro di approfondimento che sto facendo», risponde l’esponente del governo Meloni.
La Pubblica Amministrazione
L’idea di Calderoli è che una frangia della Pubblica Amministrazione combatta contro i suoi obiettivi. Ma non è da lì che nascono le paure: «Se un funzionario di qualunque rango mi avesse minacciato, sarei andato il giorno dopo in procura». Ma qualcuno ce l’ha con lui, sostiene: «Qualche lobby mi sta facendo capire che non è tanto gradito quello che sto facendo». Lo fa lasciando intendere la propria contrarietà alla perizia: «Chiedendomi se sono sicuro che mi convenga andare avanti, facendomi capire che forse è meglio se mi fermo». E questo perché se lui finisse il suo lavoro «non solo i cittadini chiederebbero conto a chi li ha governati di come è stato possibile gestire in questo modo i loro soldi finora. Ma soprattutto se una procura dovesse prendere in mano quelle carte quando la revisione sarà terminata, c’è chi passerebbe qualche notte insonne».
La mappatura e l’autonomia
Calderoli pensa che la mappatura darà più impulso al progetto dell’Autonomia. «Ad esempio, sull’istruzione, che è statale, il Sud riceve di più rispetto al Nord. Poi però si fanno le prove Invalsi e si scopre che nel Mezzogiorno sono indietro di due anni. Vuol dire che i soldi sono stati usati in maniera distorta, e allora è un reato penale, oppure non sono stati usati, che per me equivale a un reato politico». Mentre sui problemi per i Lep, i Livelli essenziali di prestazioni, con cui si garantiscono uguali diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale, Calderoli risponde che i problemi sono stati superati da tempo. Il pericolo di distorsioni «si risolve stabilendo una percentuale della compartecipazione tra Stato e Regioni. Mentre una commissione verificherà anno per anno che la spesa resti allineata. E, in caso contrario, si correggerà la traiettoria con un decreto del ministero dell’Economia». Calderoli ha promesso che lascerà la politica se il progetto non verrà approvato.
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