China Evergrande dichiara bancarotta e presenta istanza di protezione dal fallimento negli Usa
China Evergrande ha presentato istanza di fallimento e ha chiesto la protezione dai creditori in un tribunale a Manhattan. Il promotore immobiliare cinese più indebitato al mondo e diventato il simbolo della crisi del settore nel Dragone ha invocato il capitolo 15 del codice fallimentare Usa, che protegge le società non statunitensi in fase di ristrutturazione dai creditori che sperano di farle causa o di bloccarle beni negli Stati Uniti. Chiedendo anche il riconoscimento dei colloqui di ristrutturazione del debito in corso a Hong Kong, nelle Isole Cayman e nelle Isole Vergini britanniche. L’istanza arriva mentre aumentano i timori sull’immobiliare in Cina. E sulla possibilità che i suoi problemi si diffondano ad altre parti dell’economia di Pechino. Mentre rallenta la crescita del Pil.
Il fallimento
Dall’inizio della crisi del debito del settore a metà del 2021 le società che rappresentano il 40% delle vendite di case cinesi sono fallite. Anche la salute di Country Garden, il più grande promotore immobiliare privato della Cina, sta preoccupando gli investitori. La società non ha pagato alcuni interessi questo mese. Evergrande recentemente aveva 330 miliardi di dollari di passività. La decisione di Evergrande rappresenta una svolta. La mossa riguarda oneri offshore per una somma di 31,7 miliardi di dollari tra bond, garanzie e obblighi di riacquisto. Il gruppo soltanto il 16 agosto aveva annunciato il rinvio della riunione dei creditori sulla ristrutturazione. Un aggiustamento al piano che era apparso tecnico. Perché serviva a consentire di affinare i dettagli in vista dei negoziati.
L’ultima proposta
E per dare ai creditori «tempo per considerare» l’ultima proposta di vendita di nuove azioni della controllata di veicoli elettrici quotata a Hong Kong, China Evergrande New Energy Vehicle Group (-8% a Hong Kong), a NWTN (Zhejiang) Automobile, società di prodotti per la mobilità con sede a Dubai e quotata al Nasdaq, fondata dall’imprenditore cinese Alan Nan Wu. In base alla proposta, NWTN acquisirà il 27,5% del capitale azionario (con uno sconto unitario del 63% sui valori azionari dell’accordo siglato lunedì) dell’unità EV di Evergrande per quasi 500 milioni di dollari (3,88 miliardi di dollari di Hk) per “sostenere la ripresa e la crescita aziendale” di Evergrande.
La ristrutturazione del debito
Sul gruppo, finito nella stretta ai prestiti bancari decisa dalla leadership comunista circa 2 anni fa per abbattere l’impennata del debito sistemica, è caduta anche la tegola della controllata al 63% Hengda Real Estate, il suo core business immobiliare. La compagnia è finita nel mirino della China Securities Regulatory Commission (l’autorità di vigilanza e regolamentazione sui titoli) per la sospetta manipolazione dei dati finanziari. Pur non essendo quotata, Hengda ha continuato ad emettere bond e a raccogliere finanziamenti a dispetto delle difficoltà della holding. Resta da capire, in merito alla procedura della protezione del capitolo 15, quanto la vicenda peserà o sarà condizionata dalle pessime relazioni tra Washington e Pechino e, soprattutto, quanto peserà sull’economia cinese in deciso affanno e alle prese con pesanti turbolenze finanziarie con rischi crescenti di contagio.
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