Non c’è solo Vannacci. Ecco il libro di Giorgia Meloni in cui parlava di «sostituzione etnica»
Mentre si discute del libro autoprodotto Il Mondo al contrario del Gen. Vannacci, in rete ha ripreso a circolare un’altra opera letteraria firmata, però, da quella che oggi è il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. Si tratta del libro intitolato Mafia nigeriana. Origini, rituali, crimini, pubblicato nel 2019 e scritto insieme ad Alessandro Meluzzi, personaggio noto per la diffusione di false notizie e teorie del complotto, e con la criminologa Valentina Mercurio. In un’analisi pubblicata via Twitter, il giornalista Lorenzo D’Agostino riporta i punti collegabili al pensiero del Gen. Vannacci il quale nel suo libro sostiene che ci sia un «lavaggio del cervello di chi vorrebbe favorire l’eliminazione di ogni differenza compresa quella tra etnie, per non chiamarle razze».
La “sostituzione etnica”
Come evidenziato da D’Agostino, il volume firmato da Meloni e Meluzzi parla della “sostituzione etnica” tanto discussa nell’aprile 2023 quando ad evocarla è stato il ministro Lollobrigida: «Certamente, il rischio di una sostituzione etnica in una realtà non può non farci riflettere sul futuro della nostra nazione, della nostra identità e del nostro modo di vivere» si legge in una delle pagine. In un ulteriore passo, si sostiene che «il migrazionismo è finanziato oggi da qualcuno che vuole cambiare l’etnia europea per creare un’Eurafrica o un’Eurasia». Non mancano i riferimenti critici alla Chiesa Cattolica: «a tratti sembrava correre il rischio di diventare la principale agenzia di un migrazionismo incontrollato».
I “neri” e i “bianchi” in Campania 2
«Ci sono invii di denaro continui: soldi dei bianchi che vengono direttamente consegnati ai neri», così si legge sul tema del money transfer in un passo del libro riportato da D’Agostino via Twitter. Proseguendo nella lettura, ad un certo punto la circoscrizione di Campania 2 viene descritta facendo riferimento al colore della pelle:
Tra Castel Volturno, Mondragone, Pescopagano, il Villaggio Coppola, Baia Verde, Pinetamare, ogni etnia ha i suoi riti. Da una parte la comunità africana, con i suoi dei animistici, i riti magici, il vudù, che si trasformeranno in sacrifici umani in territorio italiano; dall’altra i bianchi, che guardano con sorpresa e scherno a queste manifestazioni, ma che sono intanto al telefono con il mago di turno per la predizione di amore, fortuna e posti di lavoro. Gli dei locali sono esseri umani che ricoprono cariche politiche. Nella buona e nella cattiva sorte.
Il cannibalismo e la mafia nigeriana
D’Agostino cita diversi interventi che puntano il dito sull’immigrazione africana e in particolare quella nigeriana, riportando un passo dove si parla dell’etnia Yoruba, una delle più grandi del Paese africano:
Yoruba, Nigeria: in alcune zone della Nigeria, tra cui quella in cui vive la tribù di Yoruba, è ancora praticato il cannibalismo, strettamente legato al commercio di carne umana. Le ragioni sono legate al permanere di antiche superstizioni, ma anche a credenze di ambito medico. Ci sono mercati aperti in cui è possibile acquistare prodotti freschi a base di carne umana, nonché alcune parti del corpo.
Le stesse parole del libro, pubblicato nel 2019, sono presenti in una lista pubblicata nel sito Travel365.it in un articolo pubblicato nel 2016:
Risulta strano che vi siano “mercati aperti di carne umana” in Nigeria. Come possiamo ben notare dalla cronaca locale, riportata anche dalla sezione Yoruba della BBC, non mancano gli arresti di persone sospettate di mangiare o vendere la carne umana. Infatti, secondo la legge nigeriana, il cannibalismo è reato. Proprio sul tema mafia nigeriana e cannibalismo, il coautore Alessandro Meluzzi diffuse nel 2018 – un anno prima della pubblicazione del libro – la falsa notizia che vedeva Pamela Mastropietro vittima della mafia nigeriana, sostenendo addirittura che il suo cuore fosse stato divorato dagli africani a causa delle loro presunte credenze religiose. L’intera vicenda era priva di fondamento e fu smentita dalle autorità.
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