Renzi all’attacco: «Meloni fa la bella addormentata, la sveglierà un Excel sui conti. Forza Italia? Senza un leader scompare»
Con i nodi da sciogliere sui conti in vista della prossima manovra di bilancio, per il governo secondo Matteo Renzi sta per arrivare l’ora della verità. In un’intervista a Repubblica, il leader di Italia Viva attacca: «In questi mesi Meloni ha fatto la bella addormentata nel bosco: a svegliarla non sarà un bacio del principe azzurro, ma un foglio Excel della Ragioneria». Da più parti gli analisti prevedono che la prossima manovra rischia di essere all’insegna dell’austerity. Una certezza secondo l’ex premier: «Mancano 30 miliardi per effetto degli errori della Bce sul debito, dell’inflazione e dei costi della pubblica amministrazione. Quando ho lasciato Palazzo Chigi – ricorda – tra stipendi e spese la Pa costava 300 miliardi di euro. Dopo il governo Conte e le nuove assunzioni siamo a 350 miliardi». A Meloni Renzi aveva già risposto sui social ricordandole un video di un anno fa, quando fingendo di fare benzina aveva promesso il taglio delle accise: «La Giorgia dei video di un anno fa attaccherebbe tutti i giorni la Meloni di oggi – aggiunge Renzi – Deve scegliere se essere sovranista o moderata. Se la conosco, resterà a destra».
Alle prossime elezioni Europee, Renzi ha intenzione di presentare una lista chiamata «Centro», sicuro che le scelte della premier nei prossimi mesi apriranno uno spazio tra destra e sinistra: «Molti desiderano un’alternativa a questa destra e a questa sinistra. Un centro vero». E per il progetto non fa mistero di voler aprire le porte anche a pezzi di Forza Italia, su cui lancia un’altra profezia: «Sopravvive se trova un leader, ma non ne vedo. Con Berlusconi era Forza Italia, con Tajani è forse Italia. Sulle banche Tajani dice: “Bisognava fare il decreto a mercati chiusi”. Doveva dirlo in Cdm, non alla Versilia. Ha dimostrato debolezza e aperto sospetti su cui dovrebbe intervenire la Consob». A proposito del suo rapporto con Silvio Berlusconi, Renzi ricorda: «È stato un rapporto umano. Ero tra i pochi nel centrosinistra a non odiarlo. Non ci siamo accordati sul Quirinale, non ha votato la fiducia al mio governo e appena ha potuto mi ha mandato via da Chigi. Ma ha sempre goduto del mio rispetto. E io del suo. I retroscena di oggi sono falsi: non ho mai discusso di politica con i figli di Berlusconi. Auguro naturalmente ogni successo a Mondadori, Mediaset e Mediolanum».
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