Ora anche Sgarbi difende Vannacci: «Umiliato dalla dittatura della minoranza progressista, che fine farà la libertà di pensiero?»
Al «contro-coro» in difesa del generale Vannacci, rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze dopo la bufera per le frasi omofobe contenute in un libro, si aggiunge ora un’altra voce. Che arriva direttamente dal governo Meloni. È quella del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, secondo cui il militare sarebbe stato «umiliato dalla dittatura della minoranza». Per il critico d’arte, «nella garanzia dei diritti non ci sono gerarchie. Abbiamo visto – continua – che è riconosciuto legittimo dai vertici dell’Esercito il matrimonio di due persone dello stesso sesso. È un affare privato ma si consente che l’unione si compia in divisa. Non lo discutiamo ma, parimenti, dev’essere consentito non in divisa, ma in un libro, scrivere le proprie idee, tra l’altro legate a profondi principi cristiani senza patire sanzioni». Questo il parer di Sgarbi sulla vicenda del volume autoprodotto da Vannacci, Il Mondo al contrario, in cui il generale esterna le sue tesi omofobe e si scaglia contro migranti e femministe. «In caso contrario, come è avvenuto, non si fa altro che confermare le idee e i pensieri che si intende punire – prosegue il sottosegretario in una nota -. Ogni posizione e ogni libertà garantita dalla Costituzione non può essere censurata». Il miliare, dopo le polemiche scatenate dallo scritto (autoprodotto) e dopo l’azione disciplinare nei suoi confronti del ministro della difesa Guido Crosetto, è stato destituito dal suo attuale incarico e richiamato a Roma, e sul suo destino pende ora un’inchiesta. Ma per Sgarbi «il pensiero progressista non può autoritariamente mortificare e spegnere il pensiero conservatore. Dopo il trattamento subito il Generale Vannacci potrà ancora scrivere e parlare o dovrà essere umiliato dalla dittatura della minoranza attraverso l’autorità dello Stato? Questo è regime», conclude.
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