Manovra: i conti non tornano. «Ci saranno meno soldi a gennaio in busta paga»
Ci sarebbero alcuni problemi sulla manovra, o meglio sul taglio del cuneo a beneficio dei lavoratori dipendenti fino a 35 mila euro di reddito lordo. La misura scade a fine anno. Non confermarla, spiega oggi Valentina Conte su Repubblica, significherebbe togliere da gennaio i 100 euro sbandierati dal governo Meloni per 13,8 milioni di buste paga. Se si proroga però la premier Giorgia Meloni dovrà trovare una nuova soluzione. A gennaio, spiega la testata, ci sarà comunque uno scalino: chi oggi beneficia di 92 euro netti scenderà a 66 euro, perdendo quasi un terzo dello sgravio. Per non far percepire tale taglio arriva in aiuto la delega fiscale, presente all’interno della riforma del fisco appena approvata dal Parlamento. Il suo autore, il viceministro dell’Economia Maurizio Leo – spiega Repubblica – proverà a riempire lo scalino con una magia sugli scaglioni Irpef. Come? Cercando di intrecciare il taglio del cuneo con il passaggio da quattro a tre aliquote dell’imposta sui redditi. Un esempio: un lavoratore con un reddito di 25 mila euro ha registrato nel primo semestre 41 euro netti in più al mese e nel secondo semestre 92 euro netti. A gennaio 2024 intascherebbe 66 euro netti al mese, una sorta di media dei due “sconti” del 2023. C’è poi un altro dilemma per il viceministro Leo: «Il taglio del cuneo comporta un aumento del prelievo Irpef, se non si fa nulla. Ecco perché occorre agire su aliquote e scaglioni». Perché l’Irpef si paga sul salario al netto dei contributi previdenziali. Se il governo taglia i contributi, aumenta il reddito imponibile sui cui pagare le tasse.
Schlein: «Mancano già 10-15 miliardi»
«Magari è presto per dirlo, però» per la prossima Manovra finanziaria «già mancano 10-15 miliardi per fargli mantenere le loro promesse, ma loro sono esperti a non mantenerle: se guardiamo alle accise della benzina, gli slogan di questi ultimi anni si stanno sciogliendo come ghiaccioli in questa torrida estate». Queste le parole di Elly Schlein, segretaria del Pd, a La Stampa. Per Schlein «le priorità sono un patto sociale che tuteli i redditi e i salari e contrasti l’aumento dell’inflazione. Bisogna rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, approvare il salario minimo. E poi, Sanità, istruzione, trasporto pubblico locale: scaricano le colpe sui sindaci del Pd e non mettono le risorse. Noi abbiamo ben chiaro quali sono le priorità: passano mesi e se metti insieme inflazione, il caro vita e il caro benzina, i salari al palo, diventa una vita da incubo per molti italiani».
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