Carlo Nordio, il debito di 20mila euro con Fratelli d’Italia: «Non ne sapevo niente»
Da quanto è stato eletto come deputato, il ministro della Giustizia Carlo Nordio non avrebbe mai versato un euro al suo partito Fratelli d’Italia, nonostante l’obbligo per tutti i parlamentari di versare la propria quota. Come riporta il Fatto Quotidiano, l’ex magistrato avrebbe dovuto cedere dal suo stipendio 10mila euro una tantum e 1.000 euro al mese da quando è iniziata la legislatura. Finora però non c’è stato neanche bonifico, facendogli accumulare un debito di ben 20mila euro a quasi un anno dalle Politiche. Da parte sua il ministro si difende: «Non ne sapevo niente e nessuno me lo ha mai chiesto, pensavo me li togliessero direttamente dagli emolumenti parlamentari».
Per legge Nordio non deve nulla al suo partito, dopo che nel 2013 è stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Ma ogni forza politica si è data regole interne, così come ha fatto quella di Giorgia Meloni, che per i neoeletti aveva previsto anche uno sconto. Mentre i parlamentari confermati avrebbero dovuto versare da subito 30mila euro una tantum, per gli esordienti la donazione è stata prevista solo di un terzo.
Nordio sarebbe l’unico tra i ministri di FdI, eletto da parlamentare, a non aver versato la sua quota. È escluso per esempio Guido Crosetto, che è entrato nel governo senza passare per le urne. In regola invece con i pagamenti sarebbero i ministri Raffaele Fitto, Adolfo Urso e anche Daniela Santanché. Lo stesso vale per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, il presidente del Senato Ignazio La Russa e la stessa Meloni, che ogni 20 del mese ha versato regolarmente i 1.000 nelle casse del partito.
Che cosa succederà ora a Nordio? Secondo le fonti sentite dal Fatto quotidiano la linea è di non sollecitare i pagamenti al ministro. Non essendo Nordio iscritto al partito, così come il senatore Marcello Pera, per lui resta una sorta di invito all’obolo, che di certo non dispiaceranno alle casse di FdI.
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