Crosetto sul caso Vannacci: «I vertici militari più duri di me. Attacchi da destra? Chi ha parlato di me non è un amico»
Se il generale Roberto Vannacci dice di non pentirsi di una sola riga del suo libro “Il mondo al contrario”, non è da meno il ministro della Difesa Guido Crosetto che nei confronti dell’ex comandante della Folgore aveva subito invocato un procedimento disciplinare, prendendo le distanze dalle frasi omofobe e razziste contenute nel volume. Anzi, secondo Crosetto intervistato dal Corriere della Sera, la sua posizione nei confronti di Vannacci è stata ben più morbida, rispetto a chi tra i vertici militari invece avrebbe voluto usare il pugno duro: «Rifarei quello che fatto perché il ministro della Difesa doveva agire così – spiega Crosetto – Non ho parlato da esponente politico ma da rappresentante delle istituzioni».
«Non volevo farne un martire»
Dopo l’esplosione del caso, Vannacci è stato avvicendato nel suo ruolo di capo dell’Istituto geografico militare ed è finito sotto procedimento disciplinare: «Consultandomi con i vertici militari, ho chiesto si facesse chiarezza interna e poi ho agito con tre fini: tutelare lo stesso generale, le Forze armate, e i valori costituzionali e repubblicani. Il cambiamento di funzioni – continua il ministro – io non l’avrei nemmeno fatto, proprio per spegnere il caso ed evitare che Vannacci diventasse un martire. Ma le assicuro che le persone con cui ho parlato e che poi hanno agito avrebbero preteso molta più durezza. Il procedimento interno, già avviato, valuterà la posizione del generale e deciderà».
Il “fuoco amico”
A Paolo Di Caro che gli chiede come giudice il fuoco amico arrivato da esponenti della maggioranza che hanno difeso la libertà di espressione di Vannacci, dal meloniano Giovanni Donzelli al vicepremier Matteo Salvini, Crosetto non polemizza con i colleghi di governo, ma poi dice: «Non considero amico nessuno di quelli che hanno parlato di me, mistificando la realtà. Mi sembra che Donzelli abbia espresso le sue opinioni politiche ma sulla mia decisione mi abbia dato ragione. Così come Salvini si è limitato a dare un giudizio politico su alcune affermazioni del libro di Vannacci senza discutere le mie scelte». La delusione di Crosetto è invece rivolta a un altro esponente storico della destra, Gianni Alemanno, che lo ha accusato di «aver offeso uno dei migliori generali». Crosetto spiega: «Su Alemanno mi limito a dire solo che non mi sono pentito di averlo difeso, a suo tempo, anzi ne vado orgoglioso. Sapevo bene già allora che tipo di persona fosse, ma l’ho difeso lo stesso. Proprio perché io non mi muovo con calcolo politico, ma sulla base di principi. Magari, quando mi svestirò del mio ruolo, dirò anch’io quello che penso e potrò raccontare cose che oggi non posso su alcuni di quelli che hanno speculato in questi giorni».
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