Caso Vannacci, l’Esercito sapeva in anticipo della pubblicazione del libro. L’ipotesi della candidatura alle Europee con la Lega
L’Esercito sapeva in anticipo della pubblicazione del libro di Roberto Vannacci. Ai primi di agosto il generale, scrive il Fatto Quotidiano, avrebbe avvisato il suo superiore dell’uscita de Il Mondo al contrario, in cui il parà – destituito dagli incarichi di vertice dal ministero della Difesa – spara a zero su omosessuali, migranti e femministe. Il suo superiore, il generale di divisione Massimo Panizzi, gli avrebbe infatti chiesto di vedere il libro ai fini dell’eventuale autorizzazione. Ma per Vannacci non ci sarebbe stato nulla da temere non trattandosi di «argomenti a carattere riservato di interesse militare o di servizio». Intanto, ieri – mercoledì 23 agosto – l’Esercito ha confermato, tramite una nota, l’inchiesta interna a carico del generale al fine di tutelare le forze armate italiane e Vannacci stesso, sovraesposto mediaticamente dalla vicenda legata al suo libro. «Più passano i giorni e più viene fuori che in diversi tra i paracadutisti sapevano che Vannacci stava lavorando a un libro – racconta un ufficiale a la Repubblica – e che alcuni hanno anche collaborato con lui allastesura di alcuni capitoli». Dopo l’autopubblicazione, inoltre, il 10 agosto scorso ci sono state due segnalazioni positive dell’uscita del saggio: una su Analisi Difesa, a firma del direttore (già consulente di Salvini ai tempi del governo gialloverde); l’altra sul sito dei congedati della Folgore (da un generale, ex candidato FdI). Da più parti, il generale ha infatti incassato il sostegno politico: da Donzelli, a Sgarbi, fino a Montaruli. Forza Nuova gli ha chiesto di candidarsi alle suppletive di Monza per il seggio rimasto vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini gli ha fatto una «cordiale telefonata». In serata lo stesso Vannacci ha fatto inoltre sapere di essere stato contattato da «altri esponenti politici». Ma la “via d’uscita” dall’Esercito potrebbe arrivare direttamente dalla Lega con una candidatura indipendente alle Europee magari sorretto da quella destra che contesta le linee di governo e in particolare FdI ritenuto troppo lontano dalle aspirazioni anti-sistema di un tempo.
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