Firenze, ragazza violentata in un locale. Arrestato lo stupratore
E’ stato arrestato ieri dai carabinieri, in seguito ad un’ordinanza di custodia cautelare, il 26enne accusato di aver violentato una giovane nel bagno di un locale nel centro storico di Firenze. I fatti risalgono allo scorso 18 giugno e sarebbero avvenuti in una discoteca di via dei Benci, quartiere Santa Croce. Ad anticipare la notizia dell’arresto è il quotidiano La Nazione che spiega che la vittima, giovane straniera, sarebbe arrivata nel locale con un amico dal quale si sarebbe poi separata per un litigio. L’aggressore l’avrebbe dopo poco avvicinata, spingendola nella toilette e abusando di lei nonostante le persone in coda fuori. La ragazza sarebbe stata poi soccorsa da una turista inglese che l’avrebbe anche accompagnata in ospedale dove la violenza sarebbe stata riscontrata dai medici.
L’inchiesta
Le indagini vere e proprie sono iniziate un mese fa: partendo dalle telecamere di sicurezza interne al locale i carabinieri hanno individuato il 26enne, di nazionalità nigeriana, come possibile sospetto e la vittima dell’aggressione ha poi confermato il riconoscimento. “i, grazie anche alle immagini registrate nel locale, avrebbe individuano nel 26enne, di nazionalità nigeriana, un possibile sospetto: il giovane sarebbe stato poi riconosciuto dalla vittima come il suo aggressore. Nei giorni scorsi l’arresto in custodia cautelare, durante la quale saranno seguiti gli esami del dna. L’uomo, scrive il gip, era particolarmente spregiudicato non solo perché avrebbe agito “all’interno di un bagno di un locale pubblico con all’esterno persone in fila, tanto da potersi ritenere che neppure la possibilità concreta di essere scoperto e fermato lo abbia frenato”. Ma perché poche ore dopo i fatti sarebbe tornato nello stesso pub “notoriamente frequentato da ragazze straniere giovanissime che possono diventare delle facili prede”. “Il fatto risulta di estrema gravità atteso le modalità con cui è stata usata violenza e le modalità concrete della condotta con i connessi rischi per la salute della persona offesa”, scrive il giudice.
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