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Mattarella al Meeting di Rimini: «L’Italia nata da etnie e tradizioni diverse. No ai nazionalismi, l’amicizia non unisce solo i simili» – Il video

25 Agosto 2023 - 13:23 Maria Pia Mazza
L'intervento del Capo dello Stato: «Troppi futuri cancellati. I profughi non si fermano con muri o barriere»

«L’aspirazione non può essere quella di immaginare che l’amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario. Se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all’appiattimento. L’opposto, del rispetto delle diversità; delle specificità proprie a, ciascuna, persona. Non a caso, la pretesa della massificazione, è quel che ha caratterizzato, ideologie e culture, del Novecento, che hanno portato alla oppressione dell’uomo sull’uomo». Sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso del suo intervento alla giornata conclusiva del meeting di Rimini. Il presidente Mattarella ha esordito invitando subito tutti a una riflessione: «Su cosa si fonda, la società umana, la realtà, nella quale ciascuno di noi è inserito? È, forse, il carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l‘ostilità verso il proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell’odio, che si basa la convivenza tra le persone? Se avessimo risposto affermativamente, anche, soltanto, a una di queste domande, con ogni probabilità, il destino dell’umanità si sarebbe condannato da solo e da tempo». 

«Amicizia per superare barriere ed espellere odio»

E il Capo dello Stato ha proseguito: «Vi è una circostanza, che richiama l’attenzione. Ogni volta che, l’umanità, si è trovata di fronte al baratro – è accaduto con le due guerre, mondiali, novecentesche – ha trovato, dentro di sé, le risorse  morali per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui, il conflitto, lasciasse posto all’incontro. Per immaginare, e progettare, il futuro insieme». Il presidente ha osservato che l’amicizia va intesa come «risorsa, a cui attingere, per superare – insieme – le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità, per superare, per espellere, l’odio, come misura dei rapporti umani. 

«Le identità plurali vivificano e rinnovano le nostre comunità»

Qui il passaggio che, sebbene senza alcun riferimento diretto, si può ricollegare al caso del generale Vannacci e del suo libro: «Le identità plurali, delle nostre comunità, sono il frutto del convergere delle identità di ciascuno di coloro che le abita. È il valore della nostra Patria, del nostro straordinario, popolo – tanto apprezzato e amato nel mondo – frutto, nel succedersi della storia, dell’incontro di più etnie, consuetudini, esperienze, religioni, di apporto di diversi idiomi per la nostra splendida lingua; e diretto a costruire il bene comune». E ancora, ma qui il discorso si estende al conflitto in corso: «Non mancano, mai, i pretesti, per alimentare i contrasti. Siano la invocazione di contrapposizioni ideologiche, di caratteri etnici, di ingannevoli, lotte di classe, o la pretesa di resuscitare anacronistici nazionalismi. Quanto avviene ai confini della, nostra, Europa, dopo l’invasione dell’Ucraina, da parte della Federazione  Russa, ne dà, drammatica, testimonianza».

L’Emilia Romagna e il tema migranti

Un discorso alto, con molteplici citazioni sull’importanza della e delle Costituzioni, che non ha dimenticato però, e qui è arrivato un applauso sentito, l’alluvione in Emilia Romagna citata a proposito della necessità di porre attenzione al cambiamento climatico: «I cittadini della Romagna – e i loro sindaci – non vanno lasciati soli. La ripartenza delle comunità; e, con esse, di ogni loro attività, è una priorità, non soltanto per chi vive qui, ma per l’intera Italia». Tutto politico anche il passaggio sull’immigrazione e sulla necessità di regolarne l’andamento pur non chiudendosi: «Occorre un impegno, finalmente concreto e costante, dell’Unione Europea. Occorre sostegno ai Paesi di origine dei flussi migratori. E’ necessario rendersi conto che, soltanto ingressi regolari, sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio, sono lo strumento per stroncare il, crudele, traffico di esseri umani».

 Video in evidenza: Agenzia Vista | Alexander Jakhnagiev

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