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Le ombre sulla morte di Prigozhin: il ritorno rischioso in Russia, l’errore di viaggiare con i fedelissimi, il sospetto traditore

25 Agosto 2023 - 06:48 Redazione
L'intelligence Usa esclude che ad abbattere l'aereo su cui viaggiava il capo di Wagner sia stato un missile. Cresce l'ipotesi di una bomba a bordo, con un fedelissimo sospettato di tradimento

Su quell’ultimo viaggio di Yevgeny Prigozhin finito con lo schianto del suo aereo su cui viaggiava assieme ad altri comandante di Wagner, le autorità russe per ora non si spingono oltre le dichiarazioni ufficiose. Unico a rompere il silenzio per il momento è stato Vladimir Putin, che in un sibillino ricordo dell’ex amico ha provato a promettere che un’inchiesta «verra portata avanti fino in fondo». Ma le ombre sulla morte dell’oligarca sono tante. A cominciare dai motivi che lo avevano spinto a imbarcarsi con un pugno di fedelissimi per tornare in Russia, non proprio il Paese in cui la sua incolumità era più al sicuro. Perché Prigozhin è tornato? E perché alcuni tra gli uomini a lui più vicini erano tutti sullo stesso aereo? A tentare un’ipotesi sono gli esperti di Institute of war, citati da Guido Olimpio sul Corriere della Sera. Prigozhin era andato nel Sahel per cercare di impedire che Mosca sabotasse del tutto le attività della sua brigata. In quell’area dell’Africa, il Cremlino da tempo prevede di sostituire Wagner con un nuova organizzazione che gradualmente dovrà assorbire i mercenari di Prigozhin. Per questo l’ex “chef di Putin” era volato in Mali, provando a rinsaldare i rapporti con i suoi contatti locali. E poi aveva deciso di rientrare in Russia per salvare quel che rimaneva del suo «impero» economico-militare. Doveva intervenire di persona e avrebbe avuto anche dei colloqui, come lo stesso Cremlino ha confermato. Prigozhin si sarebbe fidato, contando che qualcuno lo avrebbe tutelato fino all’ultimo. Proprio all’ultimo era anche arrivato il cambio al vertice delle forze aerospaziali russe, dove è stato sostituito il generale Sergei Surovikin, sospettato di essere fin troppo vicino a Prigozhin, fino a essere sostituito da Viktor Azalov.

Perché viaggiavano sullo stesso aereo

Non trova spiegazione se non nell’errore grossolano la decisione di Prgozhin di viaggiare assieme ai suoi comandanti. Il capo di Wagner avrebbe sempre usato due aerei per i suoi spostamenti per ragioni di sicurezza, così come accaduto nel giorno dello schianto. E solo all’ultimo avrebbe deciso su quale imbarcarsi. Quel giorno in volo c’erano due Embraer, uno è esploso con a bordo Prigozhin e i suoi fedelissimi, l’altro è atterrato dopo 40 minuti a Mosca e poi si spostato ieri, 24 agosto, in Azerbaigian.

L’ipotesi della bomba nella cassa di vino

Subito dopo lo schianto dell’aereo, fonti vicine a Wagner hanno sostenuto che ad abbatterlo era stata la contraerea russa. Le stesse immagini che sono circolate tra social e canali Telegram mostravano il velivolo cadere privo di un’ala con frammenti ritrovati a circa tre chilometri di distanza. L’intelligence Usa finora avrebbe escluso la teoria di un missile usato per colpire l’aereo. L’ipotesi più accreditata sarebbe quella di una bomba a bordo, se non addirittura il sabotaggio del velivolo prima della sua partenza. Secondo investigatori citati dal canale Telegram russo Shot, la bomba sarebbe stata piazzata nel vano capelli. Ma secondo l’ex ufficiale dell’intelligence britannica, Christoher Steeele, è possibile che l’ordigno sarebbe stato messo in una casa di vino, in una sorta di fine ironica per l’ex chef che si occupava dei pasti di Putin.

Il tradimento

Con la presumibile attenzione maniacale per la sicurezza, da parte di chi in fondo proprio di quello si occupava per ragione sociale, c’è anche l’ipotesi che qualcuno possa aver tradito Prigozhin. Repubblica spiega che sul caso c’è anche un sospettato. Si tratta di Artiom Stepanov, pilota personale del fondatore di Wagner e fondatore della società proprietaria dell’aereo. Non era lui a guidare il velivolo, ma di certo aveva accesso al mezzo senza particolari ostacoli. Al momento Stepanov è irreperibile per le forze dell’ordine russe. Secondo il fratello, sarebbe in vacanza.

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