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Bufera sugli orinatoi a forma di bocca di donna in palestra, McFit si difende sul caso di Torino: «È un’opera di design»

25 Agosto 2023 - 11:12 Redazione
L'azienda dice di voler cercare nei propri centri «uno stile particolare». Ma già a Bologna era stata costretta a rimuovere l'opera dal bagno della palestra

Scoppia la polemica contro la catena di palestre McFit, dopo che la cantante Greta Squillace ha diffuso sui social la foto di un orinatoio a forma di bocca di donna, che sarebbe presente in una delle palestre di Torino. La cantante torinese, vocal coach e vincitrice di The Voice of Italy ha attaccato l’azienda: «Una palestra con gabinetti a forma di bocca di donna nei bagni dei maschi – scrive Squillace – Mi immagino già i commenti dei fenomeni che ci pisceranno lì dentro… Io fossi in voi mi vergognerei». Al suo posto è seguito un fiume di risposte e commenti che puntano il dito contro McFit, accusata di sessismo da diversi utenti solidali con Squillace. In un primo commento, l’account di McFit ha risposto a quello della cantante: «Sentiti sempre libera di urinare in quelli delle donne. Spread the love». Ma quella risposta non ha fatto altro che riaccendere la polemica, con gli utenti su Instagram che sono tornati ad attaccare l’azienda.

A quel punto è arrivato un chiarimento della McFit, secondo cui gli oriatoi «sono opera di Meike van Schjinde, un designer olandese che li ha progettati nel 2004 in occasione della Giornata mondiale dei servizi igienici con lo scopo di portare l’attenzione sul fatto che milioni di persone nel mondo non hanno accesso a impianti sanitari. Gli orinatoi nei bagni McFit – spiega la nota – sono stati scelti dal nostro team di designer che opera a livello internazionale. Nei nostri centri ricerchiamo uno stile particolare e questi oggetti sono considerati elementi di arredamento caratterizzanti i nostri ambienti. Quando però a Bologna anni fa c’è stata la prima ed unica critica ci siamo fatti delle domande e nell’evoluzione del nostro standard abbiamo deciso di cambiare per evitare messaggi sbagliati». Sul caso McFit prova a riparare chiudendo con le scuse: «Ci scusiamo se qualcuno si è sentito offeso perché la nostra azienda ha tra i suoi punti cardini l’inclusività e la parità di genere» .E garantiscono di essere «molto sensibili a questi temi, la maggior parte delle palestre sono guidate da donne e collaboriamo con diverse piattaforme Lgbtq+, nessuna intenzione di trasmettere messaggi di disuguaglianza».

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