In Francia si produce troppo vino: il governo stanzia 200 milioni di euro per distruggerlo o trasformarlo in alcol utilizzabile per altri prodotti non alimentari
Il vino prodotto in Francia eccede quello venduto. La sovraproduzione è causata da molteplici fattori, inclusi i cambiamenti delle abitudini dei consumatori, a cui si aggiunge l’inflazione, ma anche il calo della domanda, in luogo di un aumento di consumo di birra artigianale, colpendo in particolare i produttori nelle regioni vinicole di Bordeaux e Linguadoca. E così il governo francese ha deciso di destinare 200 milioni di euro (con un fondo iniziale dell’Unione Europea di 160 milioni di euro, ndr) per acquistare le scorte in eccesso: il vino prodotto in eccedenza verrà distrutto e trasformato in alcol utilizzabile in prodotti non alimentari, come disinfettanti per le mani, prodotti per la pulizia o profumi.
La conversione delle produzioni
Lo scorso giugno il ministero dell’Agricoltura aveva annunciato lo stanziamento di 57 milioni di euro per finanziare l’abbattimento di circa 9.500 ettari di vigneti nella regione di Bordeaux, mentre altri fondi pubblici sono disponibili per incoraggiare i viticoltori a passare ad altre tipologie di produzione, tra cui le olive. Il ministro dell’Agricoltura francese, Marc Fesneau, ha spiegato che l’obiettivo è «fermare la caduta dei prezzi del vino e aiutare i produttori a trovare nuove fonti di reddito», sottolineando inoltre «l’importanza dell’adattamento ai cambiamenti dei consumatori e dell’industria del vino che guarda al futuro». Il ministro dell’Agricoltura ha spiegato che i fondi serviranno a incentivare i viticoltori a diversificare le produzioni, per esempio passando dalla produzione di vino a quella delle olive.
L’intervento della Commissione Ue
La Francia non è l’unico Paese dell’Unione Europea in cui si sta registrando dati in calo sul consumo di vino. Secondo i più recenti dati della Commissione Ue emerge che il consumo di vino è diminuito del 7% in Italia, del 10% in Spagna, del 15% in Francia, del 22% in Germania e del 34% in Portogallo. Parallelamente alla flessione nei consumi è però aumentata la produzione. E lo scorso luglio, la Commissione Ue, in accordo con i comitati dei Paesi membri, ha invitato i produttori di vino a distillare quanto prodotto in eccesso – ma solo le varietà che più faticano a trovare spazio sul mercato – entro il 15 ottobre 2023, in modo da riequilibrare la domanda e l’offerta. Ma non solo. La Commissione ha annunciato la revisione dei propri programmi a sostegno della produzione vinicola per incentivare misure di promozione e investimenti e di conversione della produzione.
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