Il clima al Parco Verde di Caivano dopo gli stupri sulle due cuginette. Tra coprifuoco e paura della vendetta dei clan
Oggi Il Messaggero descrive il clima che c’è al Parco Verde di Caivano, dove per mesi due cuginette di 10 e 12 anni sono state violentate da un gruppo di gran parte di minorenni, tra cui alcuni figli dei boss delle piazze di spaccio locali. C’è il coprifuoco, alla messa della domenica mattina si presentano in pochi. Perché i componenti, tutti indagati a piede libero, in queste ore sono chiusi in casa. Il parroco di Parco Verde, don Maurizio Patriciello, ha fermamente condannato nella sua omelia domenicale l’omertà e la vigliaccheria della gente e ammette di essere «preoccupato» per la sua sicurezza e «quella della mia scorta». Rinnova l’appello alla premier Giorgia Meloni: «Le ho mandato un messaggio per chiederle di venire qui, perché il Parco Verde è Italia, i nostri bambini sono italiani».
Questione di omertà
La gente del Parco non parla ai cronisti de Il Messaggero. Per evitare il “Parco Verde pensiero”, già conosciuto per i sfortunati casi come quelli di Fortuna Loffredo. Dal «sarà vero che è successo tutto questo» alle pesanti allusioni sulle famiglie delle due povere bambine, fino alla stoccata su chi «non sa e non riesce a proteggere i propri figli» per cui «merita questo ed altro». A questi pensieri, racconta la testata, si aggiunge la paura di una possibile vendetta o ritorsione da parte dalla camorra. I due potenti capi spaccio, padri dei ragazzini stupratori, hanno al loro servizio decine e decine di affiliati pronti a tutto. Per questo le famiglie delle vittime vivono nel terrore, temendo per la loro incolumità. Intanto nulla trapela dalla procura dei minori e quella di Napoli Nord. Al setaccio una decina di cellulari sequestrati circa tre settimane fa, attraverso i quali gli inquirenti sperano di comporre il quadro completo delle violenze. Domani alle 18 si terrà una manifestazione al Parco Verde, indetta dai comitati cittadini.
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