Meloni sugli extraprofitti delle banche: «Non difendo rendite di posizione». L’alt sulle privatizzazioni dei porti
«Mi sono assunta la responsabilità della decisione. Qualcuno dice “Volete tassare la ricchezza guadagnata”. Io non tasserò mai il legittimo profitto imprenditoriale, ma non intendo difendere le rendite di posizione». A dirlo è la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, in una lunga intervista a Maria Latella sul Sole 24 Ore, difende la tassa sugli extraproffiti dopo le tante polemiche – anche dentro la stessa maggioranza – su merito e metodo del provvedimento, varata dal Cdm a inizio agosto. «Non mettiamo in difficoltà alcuna banca – continua Meloni -, è solo un provvedimento che interviene, con garbo, in un momento di difficoltà per tante persone. Il profitto è chiaramente il motore di un’economia di mercato. Ma questo vale quando il profitto deriva dall’intraprendenza imprenditoriale. Cosa diversa è quando registriamo profitti frutto di rendite di posizione», sottolinea.
La manovra finanziaria e il Patto di Stabilità
Per quanto riguarda la manovra finanziaria, la premier ha sottolineato come durante il primo Cdm dopo le vacanze si sia parlato di «miglior utilizzo delle risorse e non di risparmi». Nonostante questo, per Meloni è «presto per anticipare le misure. Ne stiamo ancora discutendo col ministro dell’Economia e con gli altri ministri. Tra gli obiettivi comunque c’è sicuramente quello del taglio del cuneo fiscale», assicura. Mentre per le aspettative di riforma del Patto di stabilità e l’evocato fronte comune tra Italia, Spagna e Francia, la presidente del Consiglio ha ribadito la necessità di parlare con tutti: «Se l’Europa non fosse miope dovrebbe capire che non puoi chiedere ai vari Paesi di puntare sugli investimenti e poi non riconoscerne il valore. Dov’è la coerenza? Come si fa a non considerare nel Patto di stabilità gli investimenti per la transizione ecologica, nella difesa, nei progetti che ci siamo dati?». È un tema «su cui cerchiamo di costruire la più ampia convergenza possibile».
I rapporti con Cina e Usa
I rapporti Italia-Cina non diventeranno più complessi. Nonostante l’accordo sulla Via della Seta non verrà rinnovato, Meloni non prevede che le relazioni con Pechino «diventino complicate». Tra Roma e Pechino «le relazioni – continua – sono antiche e ci sono grandi e reciproche convenienze, non solo in ambito commerciale. Penso ad esempio che la Cina possa essere un ottimo partner per il lusso italiano». La premier parla anche sui buoni rapporti con gli Usa: «Gli Stati Uniti sono tra i nostri principali alleati», poi, aggiunge: «Le relazioni sono facilitate se si racconta un’Italia affidabile, capace anche di dire “no” se necessario, ma leale».
Le Europee del 2024 e i rapporti nel centrodestra
Sulle elezioni europee previste per la prossima primavera, per Meloni è «naturale che si valorizzino le differenze. Ma sono ottimista – spiega -. Nel centrodestra siamo sempre stati capaci di fare sintesi su tutto. Capiamo la responsabilità di un governo che può durare a lungo. Nessuno metterà a repentaglio tutto questo per un punto percentuale alle Europee. Sono convinta che lavorando bene tutti i partiti della maggioranza potranno crescere e io farò quello che posso perché si vada in questa direzione», ha detto la premier, rispondendo ad una domanda sulle divergenze che si registrano su alcuni temi tra i suoi due vice, Tajani e Salvini. Tra questi quello sui porti: «Il tema della privatizzazione dei porti – ha tagliato corto – non è all’ordine del giorno e non credo sia un tema da campagna elettorale», aggiungendo in un passaggio successivo che però i rapporti con i due vicepremier sono buoni: «Lavoro benissimo con Antonio Tajani, è molto capace e molto serio. Così come lavoro bene con Matteo Salvini. Gli alleati troveranno in me una persona sempre disposta ad ascoltare le loro richieste. Il centro destra è bello perché è composito», conclude la presidente del Consiglio.
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