L’appello a Mattarella dell’eroe (dimenticato) di Ravenna che fece allagare i suoi terreni per salvare la città dall’alluvione. «Non ho visto un euro»
«L’eroe di Ravenna». Così era stato appellato Fabrizio Galavotti, presidente della cooperativa Cab Terra dopo che finì al centro delle cronache per aver permesso di far allagare quasi duecento ettari dei suoi terreni per salvare la città nei giorni dell’alluvione dello scorso maggio. Venne acclamato da più parti, tanto che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella volle incontrarlo. Oggi, però, l’eroe (dimenticato) di Ravenna si sente tradito. «Fino ad oggi ho sentito tante promesse, ma sono passati cento giorni e non abbiamo visto neanche un centesimo. E in più dobbiamo sostenere altre spese se non vogliamo veder morire i nostri terreni», denuncia Galavotti che punta il dito contro quelle che taccia come «chiacchiere» dei politici e delle istituzioni. «Mattarella è rimasto l’unico di cui ancora mi fido. Faccio appello a lui: ora siamo noi ad avere bisogno di aiuto», dichiara in un’intervista al Corriere della Sera.
E le condizioni meteo non aiutano
Sono trascorsi più di tre mesi e i terreni alluvionati di Galavotti sono un disastro totale, e le recenti condizioni meteorologiche non aiutano. «Sono invasi dal limo e il gran caldo delle ultime settimane, in alcuni casi, li ha trasformati in mattonelle compatte e dure come il cemento. Tutto ciò li sta soffocando,
compromettendone la fertilità anche per i prossimi anni. Dobbiamo arieggiarli in profondità in modo da ricreare la flora microbica e tornare a renderli coltivabili e produttivi», spiega a colloquio con Alfio Sciacca. Tutto questo ha chiaramente un costo non indifferente. E come precisa lo stesso Galavotti si tratta di spese che «non erano previste», ma che oggi si rivelano necessarie e urgenti.
«Oltre un milione di danni, mi sento tradito»
«Non abbiamo ricevuto praticamente nulla. Ogni tanto sentiamo che sono stati stanziati dei soldi, ma noi non abbiamo visto un euro», ribadisce l’eroe di Ravenna. E i danni subiti sono ingenti: «Solo per la mia azienda ammontano ad un milione e 800mila euro, mentre per tutte le cooperative associate superano i 20 milioni», fa sapere. Ciononostante, a chi gli chiede se farebbe allagare nuovamente i terreni con il senno di poi risponde: «Lo rifarei anche domani perché noi siamo parte di questo territorio e quel gesto è servito a salvare una parte della città. Certo non avrei mai pensato – aggiunge – che, dopo averci chiesto di dare una mano quando era necessario, poi non ci avrebbero dato neppure un euro. Noi non ci siamo tirati indietro, ma ora anche le istituzioni facciano la loro parte. Noi non vogliamo un euro in più degli altri, ma almeno il giusto».