L’azoto nei polmoni ai condannati a morte, l’Alabama passa al nuovo metodo: come funziona la tecnica evitata anche dai veterinari
«Ipossia da azoto». È il metodo che l’Alabama ha intenzione di utilizzare per le esecuzioni dei prigionieri condannati a morte. Finora mai sperimentata nonostante l’approvazione anche in Mississippi e Oklahoma, la prassi è considerata dai veterinari inaccettabile anche come forma di eutanasia per gli animali. Ma il procuratore generale ha chiesto alla Corte Suprema dello Stato, scrive Ap, di fissare una nuova data di esecuzione con tale metodo – che prevede la sostituzione dell’ossigeno respirato dal condannato con azoto – per Kenneth Smith. Quest’ultimo, secondo quanto riporta il Guardian, è sopravvissuto a un’esecuzione nove mesi fa, quando è stato sottoposto a un’iniezione letale che gli ha procurato un dolore paragonabile alla tortura, secondo i suoi avvocati.
Ipossia di azoto
Il metodo in questione dovrebbe funzionare mediante una sostituzione dell’ossigeno respirato, in questo caso da Smith, con azoto. In pochi minuti ciò ridurrebbe i livelli di ossigeno nel cervello del condannato e in altri organi vitali a livelli fatalmente bassi, portandolo alla morte per soffocamento. Una pratica disumana, denunciata dagli esperti di pena di morte degli Stati Uniti, poiché si tratterebbe a tutti gli effetti di «un esperimento su una cavia umana». La scelta di Smith come primo candidato per questa tecnica, meno di un anno dopo aver subito un’esecuzione (fallita), è stata criticata anche come una doppia violazione dell’ottavo emendamento, che protegge contro «punizioni crudeli e insolite».
Chi è Kenneth Smith
Smith, scrive il quotidiano britannico, è stato condannato per l’omicidio di Elizabeth Sennett nel 1988. In quell’occasione il 58enne fu pagato 1.000 dollari dal marito della donna, un pastore che aveva debiti e voleva riscuotere il premio dell’assicurazione. Al processo la giuria votò 1-11 per dare all’imputato l’ergastolo, ma il giudice annullò la decisione e mandò Smith nel braccio della morte. «L’Alabama ha già torturato Kenneth Smith una volta, legandolo e pungendolo con aghi per più di un’ora nel tentativo fallito di ucciderlo. È sorprendentemente sconsiderato e crudele riprovare utilizzando un metodo di esecuzione non testato che ha tutte le probabilità di causare terribili sofferenze», ha sottolineato Maya Foa, dirigente dell’organizzazione per i diritti umani “Reprieve”. Foa ha inoltre aggiunto come il protocollo pubblicato dall’Alabama sull’ipossia da azoto sia vago. «I funzionari evidentemente non sanno cosa stanno facendo – continua la dirigente – e sperano per il meglio. Lo stato tratta un essere umano come una cavia in un laboratorio e la chiama giustizia», ha concluso Foa.
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