Individuati nella notte i cuccioli dell’orsa Amarena. Ora il Parco cerca di recuperarli
Si cerca di recuperare, dopo averli individuati nella notte, i cuccioli di Amarena, l’orsa, chiamata così per la sua passione per le ciliegie e diventata simbolo dell’Abruzzo, uccisa nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre alle porte del paese di San Benedetto dei Marsi, in provincia de L’Aquila. L’esemplare adulto è stato ucciso con unico colpo, ricostruiscono i carabinieri della compagnia di Avezzano, sparato da un 56enne del luogo, sorpreso dalla visita. «Ho fatto un guaio, ho avuto paura», avrebbe detto l’uomo ai militari. Ora che la vita della madre è stata spezzata per sempre la preoccupazione è verso i suoi due cuccioli. Secondo quanto riferisce l’Agi i cuccioli sono stati individuati nella notte, grazie alle segnalazioni. Si trovavano insieme alla mamma quando è stata uccisa ed erano fuggiti spaventati dall’arrivo sul posto delle guardie del Parco e veterinari. La zona in cui i due cuccioli sono stati individuati è un tratto di campagna, non lontano dal luogo in cui si è verificata la morte di Amarena.
Le ricerche con i droni. «Uccisa una delle orse marsicane più prolifiche»
L’esemplare era madre di due cuccioli. E proprio il destino dei piccoli, ora senza una guida, preoccupa non solo il personale del parco ma anche le associazioni animaliste. I piccoli di orso generalmente rimangono almeno un anno e mezzo con la mamma. Non sono quindi ancora autosufficienti. «Il destino dei piccoli, non ancora autosufficienti, è a forte rischio», spiega il Wwf in una nota. «Oggi – aggiunge l’associazione – ad essere uccisa da un colpo di fucile e dall’ignoranza è una delle femmine di orso più prolifiche della storia recente della residua popolazione di orso marsicano». Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise li sta già cercando, anche con droni. In attesa dell’autopsia su Amarena il direttore del Parco, Luciano Sammarone, avanza alcuni dubbi parlando al Corriere. «Per come la penso – afferma – io se una persona è spaventata si chiude in casa e chiama polizia, carabinieri o guardia parco, non prende un fucile e spara. Se c’è stata o no un’aggressione da parte del plantigrado lo accerteranno le indagini». «Avevamo visto l’orsa Amarena con i suoi cuccioli passeggiare in un paese senza arrecare danno a nessuno: quanto successo è un atto di malvagità gratuito», aggiunge l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente. «Ora dobbiamo pensare anche ai suoi cuccioli che non hanno nemmeno l’età per sopravvivere da soli. Ci vorrà tutto l’impegno del nostro personale specializzato per trovarli e farli crescere in modo che possano essere reinseriti in natura. Ma nulla può sostituire completamente le cure di una madre e la sua capacità di insegnare ai piccoli come si vive nel bosco. Questa è veramente una storia infame».
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