Il caro-scuola in arrivo: gli aumenti del 10% per libri e dizionari e i metodi per risparmiare
L’estate è agli sgoccioli, e il ritorno alla quotidianità potrebbe riservare più stress del solito: ad attendere gli italiani non ci sono solo l’impegni procrastinati e le sveglie mattutine, ma anche i rincari su larga scala. Dai bus alle metro, dalle bollette ai mutui (senza risparmiare il carrello della spesa), l’autunno sembra pronto ad alleggerire notevolmente i portafogli di lavoratori e pensionati. Soprattutto se nelle liste delle spese figurano quelle per il ritorno a scuola: la spesa media per il materiale di ciascun alunno, scrive La Stampa basandosi sui dati di Federconsumatori, ammonta a 608 euro. Un aumento del 6,2% rispetto l’anno scorso.
I dati
I rincari crescono al crescere dell’età degli alunni: la spesa per uno studente in prima media sale a 1.095 euro (+10% sul 2022), di cui 488,4 euro per libri e dizionari. Mentre l’esborso per chi dovrà frequentare il primo liceo arriva a 1.302,6 euro (+2% sul 2022), di cui 695,8 euro per libri e dizionari. Se ai calcoli legati al materiale scolastico aggiungiamo quelli relativi a testi obbligatori e dizionari, i rincari complessivi a cui andranno incontro le famiglie italiane segnano un +10% rispetto allo scorso anno.
Un peso non da poco sul bilancio familiare. Che secondo alcuni docenti è aggravato da scelte «poco intelligenti» fatte dal personale scolastico. Lo sostiene per esempio Lorella Rotondi, formatrice e insegnante di Italiano e Storia all’Istituto superiore statale “Gobetti-Volta” di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze: «Basta al cambio continuo dei testi da parte dei docenti, basta allo shopping compulsivo delle nuove edizioni: questa non è progressione ma instabilità», dichiara alla Stampa. «Va bene l’autonomia – prosegue -, ma facciamo in modo che si crei un serbatoio, che i libri dei fratelli maggiori possano essere utilizzati dai figli più piccoli. Facciamo scelte intelligenti e adottiamo il riciclo non solo per i libri, ma per i vestiti, l’arredamento a casa. Per una vita sostenibile».
Mercatini dello scambio
Alcune risposte escogitate per far fronte ai rincari ci sono. Come ad esempio la creazione di mercati dello scambio di libri: una «buona pratica», la definisce La Stampa, adottata anche a livelli istituzionali: amministrazioni comunali, enti del terzo settore, biblioteche, università e scuole. E che in alcuni casi è diventata al centro di un modello di business: la start-up Giraskuola, per esempio, è nata in provincia di Bergamo ma si sta gradualmente allargando a tutta la Lombardia. Offre una piattaforma pensata inizialmente per i Comuni, che oltre ai libri permette lo scambio di materiale tecnico, dai compassi ai dizionari.
L’Emilia-Romagna, invece, promosso il progetto “Scambi all’Isola”, che sull’apposito sito consente di consultare il magazzino online di testi usati, dalle medie all’Università. E in tutto lo stivale vanno forti i gruppi sui social, soprattutto su Facebook e Telegram, dove vengono segnalati i mercatini appositi. I vantaggi che trascinano il riuso e lo scambio, infatti, sono molteplici: non solo quello, più evidente, legato al risparmio (dal momento che i libri usati consentono di risparmiare circa il 26% sugli acquisti). La compravendita di testi usati, infatti, favorisce anche l’economia circolare. Infine, è una modalità che evita lo spreco di carta e incentiva comportamenti ecologicamente virtuosi.
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