Strage di Ustica, nelle 132 pagine dei servizi segreti non c’è nessun elemento utile alle indagini
La procura di Roma ha acquisito 32 documenti dei servizi segreti italiani nell’ambito delle indagini sulla strage di Ustica, tornate di attualità dopo l’intervista dell’ex premier Giuliano Amato dei giorni scorsi. I documenti, scrive oggi Repubblica, sono stati desecretati dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. Si tratta complessivamente di 132 pagine, che però – riporta il quotidiano romano – non conterrebbero alcun elemento utile alle indagini. L’unico fatto che emergerebbe da quei 32 documenti è l’esclusione della pista del terrorismo internazionale, che – si precisa – nel 1980 non ha effettuato attentati nel territorio italiano né ha colpito alcuna struttura. Nei giorni scorsi, la premier Giorgia Meloni aveva assicurato che «nessun atto riguardante la tragedia del DC9 è coperto da segreto di Stato». Eppure, scrive oggi Lirio Abbate su Repubblica.it, è difficile credere che negli ultimi 40 anni i servizi segreti italiani abbiano prodotto soltanto quelle 132 pagine sulla strage di Ustica, ad oggi uno dei più grandi misteri irrisolti della Prima Repubblica.
A tal proposito, l’ex presidente del Copasir – e oggi ministro delle Imprese – Adolfo Urso si è limitato a dire che non può «esprimere nessuna opinione» perché «vincolato al segreto» di Stato. L’iter della procura di Roma per acquisire i documenti in questione è partito nel settembre del 2020. Il titolo del fascicolo è: «Nr. 32 Documenti afferenti la vicenda ‘Giovannone Olp’ Acquisiti in copia dalla Procura della Repubblica di Roma – (Strage di Ustica)». Qualche mese dopo la richiesta dei pm della Capitale, gli atti sono stati declassificati ed esaminati. Secondo quanto scrive oggi Repubblica, però, pare che gli apparati di sicurezza dello Stato abbiano “scelto” quali documenti mostrare ai magistrati e quali no.