«Vi avviso se arriva il treno, voi scappate»: l’allarme a vista che ha provocato la strage di Brandizzo
«Io vi avviso, e voi vi togliete». Dietro la strage di Brandizzo c’è la prassi dei lavori nelle ferrovie italiane. Ne hanno parlato gli stessi operai ai pubblici ministeri. E lo aveva fatto notare anche Antonio Veneziano, ex collega dei cinque morti della notte tra il 30 e il 31 agosto 2023. Mentre la dirigente movimentazione della stazione di Chivasso ha confermato di aver detto al telefono ad Antonio Massa di non procedere. Perché stava arrivando un treno in ritardo. Intante le famiglie dei cinque operai deceduti sono state invitate a fornire elementi che possono portare al riconoscimento dei corpi: tatuaggi, arcate dentarie, qualunque cosa. Solo in seguito potrà essere concesso il nullaosta per i funerali.
La strage e la prassi
Veneziano lo ha ribadito alle pubbliche ministere Valentina Bossi e Giulia Nicodemo. Ma, spiega il Corriere della Sera, anche altri operai hanno confermato il modus operandi delle ditte di manutenzione. Che prevede che le squadre di operai si piazzino sui binari prima dell’orario concordato per avvantaggiarsi con il lavoro. Evitando così di finire in ritardo, viste le penali altissime che devono pagare in questi casi le imprese. E lavorando con una sorta di sorveglianza a vista: «Io vi avviso se arriva il treno, voi vi togliete», è la frase che si sente dire in questi casi. Una prassi che non ha funzionato nell’occasione. E che potrebbe portare anche ad altri pericoli. La Sigifer ha ricevuto intanto una visita della guardia di finanza di Vercelli. La perquisizione ha portato al sequestro di alcuni documenti. La stessa cosa è successa negli uffici di Rete Ferroviaria Italiana.
Gli indagati
Nel procedimento gli indagati (per omicidio e disastro ferroviario in forma di dolo eventuale) sono per adesso due due. Il primo è Antonio Massa, quarantasei anni, il tecnico di Rfi addetto alla scorta del cantiere di Brandizzo. Per ora ha un legale di ufficio, Alessandro Raucci, il quale afferma che «siamo appena all’inizio e c’è la presunzione di innocenza». Il secondo è Andrea Girardin Gibin, 52 anni, capocantiere della Sigifer. Quella sera si è salvato tuffandosi di lato alla vista del treno. Ha un difensore di fiducia, L’avvocato Massimo Mussato, che lo descrive come «molto provato e addolorato».
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