La madre di Valeria Fioravanti morta di meningite: «Cacciati dall’ospedale mentre lei stava male»
Valeria Fioravanti è morta di meningite. Per il suo decesso sono indagati tre medici di altrettanti ospedali romani. Che avrebbero diagnosticato per lei una cefalea e un mal di schiena e l’avrebbero curata con il Toradol. La madre Tiziana e il padre Stefano parlano oggi con l’edizione romana del Corriere della Sera di quello che è accaduto. «Un’infermiera del Policlinico Casilino mi disse di andarmene o avrebbe chiamato i carabinieri. Tornate dopo aver fatto l’antidolorifico, mi gridò», racconta Tiziana. Perché «nessuno si curò di ciò che dicevano le analisi del sangue, nelle quali due valori risultavano sballati», ricorda la donna. «Ci disse “sono laureata so quello che dico”, insisteva con l’antidolorifico. Quella sera la situazione peggiorò. Nausea. Fotofobia. Debolezza. Le comprai un cornetto per farle mangiare qualcosa, non voleva neppure quello», ricorda oggi Tiziana. Poi la situazione è precipitata: «Vedeva fili neri davanti agli occhi. L’addome era gonfio. Le mettevamo il ghiaccio sulla fronte per far abbassare la temperatura, caldissima». Il 4 gennaio al San Giovanni la diagnosi è ancora di lombosciatalgia. Ma poi Valeria viene intubata: «Chiedemmo aiuto per un posto alla terapia intensiva del Gemelli, una raccomandazione. Quando arrivò era già tardi. É morta lì al Gemelli».
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