A Milano è caccia a 300 autisti di autobus, Atm disposta a pagare il corso per la patente e l’affitto per i neoassunti
Atm, l’azienda controllata al 100% dal comune di Milano e che si occupa del trasporto pubblico locale in città, è alla ricerca di nuovi autisti. E per trovarli ha deciso di puntare su due nuovi strumenti dedicati ai neo-assunti: un contributo-casa per i primi mesi di affitto e la possibilità di conseguire gratuitamente la patente D insieme alla Carta di Qualificazione del Conducente. Per Atm si tratta di un investimento di circa 500mila euro, che l’azienda comunale ha deciso di sostenere nonostante la difficoltà a far quadrare i conti negli ultimi anni. Attualmente sono 600 le posizioni aperte in Atm, di cui la metà riservate a nuovi conducenti. Nell’ultimo anno, fa sapere l’azienda milanese, il 10% degli assunti per guidare bus e tram è donna.
Il piano di assunzioni
Attraverso un accordo stipulato con alcune scuole guida convenzionate, Atm finanzierà per l’intero costo del corso per il conseguimento della patente D a 150 candidati, facendo risparmiare a ognuno di loro circa 2.500 euro. Sempre nell’ottica di agevolare le nuove assunzioni, l’azienda ha previsto la possibilità di rimborsare fino a 1.500 euro anche ai candidati che conseguiranno il corso per la patente D in scuole guida non convenzionate. Il secondo incentivo all’assunzione è il sostegno all’affitto. Tutti i candidati conducenti già in possesso delle patenti e che abbiano superato l’iter di selezione – così come i neo-conducenti entro 3 mesi dalla data di assunzione – potranno ricevere 33 voucher dal valore complessivo di 3mila euro lordi, erogabili direttamente in busta paga. Per ottenere il contributo-casa, i neo-assunti in Atm devono essere residenti fuori dall’area metropolitana di Milano e avere un contratto di locazione della durata minima di sei mesi.
September 8, 2023
Il problema del costo della vita
Se Atm arriva a offrire generosi benefit ai propri neo-assunti è anche perché finora ha fatto fatica a trovare abbastanza candidati per riempire le posizioni aperte in azienda. La difficoltà è principalmente di tipo economico ed è dovuta sia all’alto costo della vita sia agli stipendi ritenuti troppo bassi. «La necessità di turn-over di Atm, che conta 11mila dipendenti tutti a tempo indeterminato, è determinata dai pensionamenti, ma soprattutto dalle dimissioni», spiegava prima dell’estate Maria Emanuela Salati, del dipartimento Risorse umane di Atm. «Il 65% del personale viaggiante viene dal Sud e con la pandemia questo flusso è stato interrotto e molti hanno trovato lavoro in loco o prendono il reddito di cittadinanza e non sono più tornate a Milano, che è una città complicata in cui vivere».
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