Il terremoto a Napoli e lo sciame sismico dei Campi Flegrei: cosa succede e quando è iniziato il sollevamento del suolo
La scossa di terremoto che alle 19,45 di ieri, 7 settembre, ha colpito Napoli è stata la più forte negli ultimi dieci. La magnitudo è arrivata a 3,8 anche se non è arrivata alcuna segnalazione di danni. In compenso in alcuni quartieri la gente è scesa in strada per la paura. La profondità è stata di circa due chilometri. L’epicentro è stato calcolato nell’area degli Astoni, un’oasi naturale tra Napoli e Pozzuoli, alla profondità di 1,7 chilometri. Da tempo nei Campi Flegrei si verifica il fenomeno dello sciame sismico, collegato al bradisismo. L’attenzione di sismologi e vulcanologi su quanto sta accadendo «è costante». Anche se «a oggi non ci sta dando indicazioni di variazioni repentine rispetto al trend osservato egli ultimi 10 anni», ha detto all’Ansa il vulcanologo Giovanni Macedonio, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ed ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv.
Il sollevamento del suolo
Il sollevamento del suolo nell’area dei Campi Flegrei è in corso dal 2012. Ed è costantemente accompagnato da terremoti, di solito di magnitudo inferiore a 3. Questa volta la magnitudo superiore e il fatto che è stato abbastanza superficiale (è avvenuto a circa 2 chilometri di profondità), hanno fatto sì che sia stato avvertito in particolare nei quartieri di Napoli più vicini alla zona di Pozzuoli. Come Posillipo, Fuorigrotta e Vomero. «Sull’area dei Campi Flegrei c’è un’attenzione continua», ha spiegato il vulcanologo Macedonio. «C’è infatti un’allerta gialla: vuol dire che c’è un’attenzione scientifica continua, con un monitoraggio 24 ore su 24 da parte dell’Ingv e dell’Osservatorio Vesuviano». Secondo l’esperto tutto è cominciato «fra il 1983 e il 1984, quando il suolo si è sollevato in modo molto rapido e il fenomeno è stato accompagnato da circa 16.000 terremoti in due anni, frequenti ma piccoli, di magnitudo inferiore a 3».
I Campi Flegrei dal 1983 al 2012
Successivamente il suolo ha cominciato ad abbassarsi in modo silenzioso, senza che avvenissero terremoti. Nel 2012 ha iniziato nuovamente a sollevarsi, molto più lentamente che nel 1983-84. Un fenomeno, questo, accompagnato sia da terremoti nella zona di Pozzuoli, sia in mare. «Nelle ultime settimane stiamo osservando un sollevamento di circa 1,5 centimetri al mese e la frequenza dei terremoti sta aumentando», ha spiegato Macedonio. Nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, ha detto ancora, si faranno nuove osservazioni per capire se lo sciame sismico è associato a movimenti di fluidi, si controllerà il sollevamento dell’area con l’aiuto di Gps e satelliti e si analizzeranno i dati geochimici relativi a flusso, temperatura e composizione chimica dei gas. «Osserveremo l’evoluzione della situazione, per capire se il processo di sollevamento stia subendo delle accelerazioni», ha concluso.
Il Rione Terra
Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, dice oggi al Mattino che in ogni caso non ci sono elementi che possano far ipotizzare una evoluzione nel breve termine. «In questi giorni avevamo registrato un lieve incremento dell’inclinazione del suolo dell’area di massimo sollevamento, ovvero Rione Terra», spiega. «Avevamo in programma altre misurazioni, che ora a maggior ragione svolgeremo nei prossimi giorni», aggiunge. «Altre anomalie significative non ne abbiamo registrate, in particolare quelle geotermiche. Dopo le riunioni pubblicheremo il bollettino mensile di agosto, che è stato caratterizzato da vari sciami sismici».