Medici furbetti fanno passare amici e privati allungando le liste d’attesa. Ventisei indagati in tutta Italia, tra dottori e infermieri
Facevano passare conoscenti o pazienti privati, a discapito di chi, quell’esame, ne aveva bisogno da tempo. Ventisei tra medici e infermieri sono stati denunciati dai Nas dopo i controlli su 3.884 liste di attesa in tutta Italia e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali per visite mediche specialistiche e esami diagnostici del Servizio sanitario nazionale. Tra loro 9 medici hanno stravolto gli appuntamenti a loro favore. Sono indagati per reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato ed interruzione di pubblico servizio. In 195 casi le agende di prenotazione erano state sospese o interrotte anche con procedure non consentite.
I controlli dei Nas su oltre tremila liste d’attesa
Le ispezioni sono state eseguite dai Nas su tutto il territorio nazionale in oltre mille e trecento strutture, tra ospedali, ambulatori e cliniche, sia pubblici che privati in convenzione con il Ssn. I medici furbetti sono stati beccati a Milano, Torino, Perugia e Catania. Altri tre medici di aziende sanitarie a Reggio Calabria sono stati invece denunciati per l’ipotesi di peculato. Avrebbero prestato fraudolentemente servizio in un poliambulatorio privato nonostante fosse a regime esclusivo con le aziende sanitarie pubbliche. A Perugia invece un radiologo operava privatamente ma si era messo in malattia per il suo impiego pubblico. Non solo, sempre in città due infermieri stravolgevano le analisi del sangue per creare falsi ricoveri.
Stop alle prenotazioni a luglio e agosto per andare in ferie
L’attività ispettiva ha coinvolto oltre 3 mila 800 agende e ha consentito, inoltre, di rilevare 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle liste di attesa e superamento delle tempistiche imposte dalle linee guida del Piano nazionale. Si parla del 29% delle liste esaminate. In 195 situazioni i Nas hanno riscontrato la sospensione o la chiusura delle agende di prenotazione, in parte condotte con procedure non consentite oppure determinate dalla carenza di personale, mai sostituito. Quattordici i dirigenti e i medici denunciati perché ritenuti responsabili del reato di interruzione di pubblico servizio. Avevano arbitrariamente chiuso in modo ingiustificato le liste nei mesi di luglio e agosto, posticipando gli esami per permettere al personale di poter andare in ferie (o nel peggiore dei casi proporre lo stesso esame a pagamento). In una Asl della provincia di Roma, per esempio, erano indisponibili le prestazioni di gastroenterologia e colonscopia, ma il medico dirigente responsabile di quegli ambulatori svolgeva gli stessi esami presso un poliambulatorio privato.
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