Crosetto e il qui pro quo con Vannacci: «Si è presentato da me senza divisa, gli ho spiegato perché sbagliava»
Monica Maggioni non può esimersi dal domandare, a Guido Crosetto, alcune considerazioni sul caso Vannacci. Il ministro della Difesa, domenica 10 settembre, è ospite di In 1/2 ora, programma la cui conduzione è passata, proprio da oggi, da Lucia Annunziata all’ex direttrice del Tg1. Il fondatore di Fratelli d’Italia e membro del governo Meloni, allora, svela un siparietto avvenuto tra lui e il generale, in occasione dell’incontro di venerdì 8 settembre. «Vannacci è arrivato vestito in abiti civili e gli io ho chiesto “Scusi, come mai non ha la divisa?”. E lui: “Mi hanno detto di non metterla i miei superiori perché oggi venivo da lei come se fosse una cosa privata. Non mi hanno neanche dato il rimborso del treno”. Gli ho detto di no, perché quando si chiede il rapporto al superiore gerarchico si rientra in servizio anche se momentaneamente non si è in servizio. Quindi doveva venire col foglio di viaggio del treno e vestito in divisa».
Addentrandosi nel merito della vicenda che vede il generale dell’esercito accusato di omofobia e razzismo, a causa di alcuni passaggi del suo libro, Il mondo al contrario, Crosetto afferma: «Vannacci per me è una delle 300mila persone che fanno parte delle forze armate. Io sono convinto che il sistema democratico si alimenta dal confronto delle idee. Ma le istituzioni hanno un altro compito: devono difendere principi e valori. Le idee possono essere diverse, sia chiaro. Ma i principi e i valori sono un’altra cosa, sono quelli su cui si regge la convivenza, lo stato democratico. I principi e i valori dobbiamo difenderli. E soprattutto, quei principi li deve difendere chi lo fa per lavoro. In primis le forze armate, il cui lavoro è tutelare i cittadini e la Costituzione. Io, personalmente, sono il ministro della Difesa, e quindi devo fare ogni cosa in mio potere per preservare l’istituzione che rappresento. Devo preservare il fatto che la mia istituzione sia percepita da tutti come il luogo dove vengono difesi i diritti di ogni cittadino».
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