Caivano, spari all’impazzata nella notte dopo il blitz della polizia. Don Patriciello: «Terrore, ma la camorra ha capito che il vento è cambiato»
«In sella alle loro moto, sono arrivati ancora una volta. Volti coperti. Armi pesanti in mano. Sfrecciano per i viali sparando all’impazzata. È il terrore». Questa è la denuncia di padre Maurizio Patriciello. Domenica sera, poco prima di mezzanotte, è partita la stesa nel Parco Verde di Caivano. La terza in una settimana. Diciannove colpi di due diversi calibri sparati all’impazzata da ingoti, e molta paura. Al momento non sono stati rilevati danni o feriti dai Carabinieri. «È il terrore», scrive ancora il parroco da anni impegnato contro la mafia e la criminalità nel Comune del Napoletano. «Può morire chiunque. Signore, aiutaci. E voi tutti che avete criticato le forze dell’ordine e l’intervento del governo, vergognatevi. E, se avete il coraggio, venite voi ad abitare con i vostri figli al Parco Verde in Caivano». La stesa ha tutto l’aspetto di una risposta alla dimostrazione di forza dello Stato che lo scorso 5 settembre ha portato 400 membri delle forze dell’ordine a Caivano, in un’operazione finita col sequestro di armi e ordigni esplosivi, e pochi giorni dopo all’emanazione in Cdm del decreto omonimo per potenziare il dispositivo di sicurezza nella zona.
Tra sfinimento e speranza di una svolta
«Notte insonne. Notte da incubi. Gli uomini con il mitra sono scappati. Ritorneranno. È certo. Nessuno sa dire quando ma ritorneranno. Intanto si vive nel terrore. Abbraccio tutti. I bambini e i vecchi. I giovani e i malati. Un abbraccio grande agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine. Stamattina si ricomincia. Siamo stanchi. Sfiniti. Ma dobbiamo raccogliere le forze. Signore, donaci la forza di non mollare. Di non arrenderci. Di non scappare. Allontana da noi la paura che ci paralizza. E moltiplica la speranza. Resta con noi, Signore. Resta con noi», aggiunge ancora Petriciello. «Da anni combatto contro la criminalità. Ognuno di noi parla dal suo posto, ma ci vorrebbe più umiltà quando si parla. La riflessione da sola non basta, il problema è che mentre mandiamo i bambini a scuola dobbiamo iniziare con loro un discorso di educazione. Ma queste persone sono per strada e ti ammazzano i figli. Giogiò è stato ucciso a 24 anni da un 16enne che esce per strada con la pistola». Nel pomeriggio però Patriciello è tornato a parlare commentando quanto accaduto con toni diversi, decisamente più speranzosi: «Secondo me i topi si sentono stanati, dopo aver ballato per anni e anni senza il gatto. La camorra ha capito che qualcosa di serio e di importante sta avvenendo». Quella della scorsa notte, insomma, sarebbe stata una reazione dei clan alla pressione dello Stato e all’attenzione delle istituzioni, dopo la visita della premier Meloni e gli annunci del governo.
La commissione parlamentare antimafia
Arriva il messaggio di solidarietà della presidente della commissione parlamentare antimafia Chiara Colosimo (FdI): «Ho sentito anche stanotte Don Patriciello. Sento spesso Padre Maurizio perché non si senta solo, certo lui ha la fede che può più di ogni uomo. Ma in queste ore davanti all’ennesima dimostrazione di arroganza mafiosa che condanno con forza, sento il dovere morale di dichiarargli tutto il mio affetto e vicinanza. Auspico la risposta corale della nostra gente migliore, certamente c’è e ci sarà quella della Commissione parlamentare Antimafia».
La camorra vuole il silenzio
Intanto, il parroco prosegue, cercando di diffondere il messaggio il più possibile ribadendo la sua fiducia nell’esecutivo. «La camorra vuole il silenzio. Io vivo sotto scorta, ma non ho soldi, mi minacciano perché hanno paura della parola. La mia parola fa paura. La camorra vuole il silenzio, vuole il buio, perché conviene creare il ghetto, non vuole che Caivano comunichi, non vuole la solidarietà. All’interno del ghetto, il boss è il re e in questo momento in cui lo Stato è arrivato e la presenza si vede nelle strade, la camorra non lo vuole. Quindi, approfittando della tarda ora, sono arrivati e hanno dato questa manifestazione di forza per dire che loro non hanno paura. So che il governo non ci lascerà soli, sono convinto che ora qualcosa succederà. Ci sono state tante passerelle, sappiamo come funziona la politica ma credo che questa volta qualcosa succederà».
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