Cosa c’è dietro la lite tra governo e Unione Europea su Lufthansa e Ita Airways
Giorgia Meloni è andata all’attacco durante il G20 in India: «È curioso che la Commissione blocchi la soluzione Lufthansa per Ita Airways». Bruxelles non ci ha messo tanto a rispondere. Ricordando al governo italiano che la notifica dell’accordo tra il vettore tedesco e quello italiano non è ancora arrivata. Ma dietro la lite tra l’esecutivo e l’Europa ci sono questioni politiche ed economiche. Per le prime, è chiaro che in attesa della Legge di Bilancio il governo Meloni ha interesse ad alzare il livello dello scontro. In attesa di sapere quanti soldi rimarranno in cassa per le promesse elettorali. Per le seconde, le nozze Lufthansa-Ita Airways non sono certo gradite agli altri vettori in concorrenza. Ovvero Air France-Klm-Delta Airlines e le low cost come Ryanair.
La guerra dei cieli
La nascita di Ita Airways sulle ceneri di Alitalia risale al 10 ottobre 2020. Allo scadere dell’amministrazione straordinaria il governo Conte II firmò il decreto che portava alla nascita di Ita Airways. Con una dote di 20 milioni di euro. Il 12 novembre 2020 la newco ha definito un piano industriale con l’ok di Bruxelles. Ma con il diktat di essere indipendente dalla vecchia compagnia. Altrimenti sarebbe arrivato il rimborso dei sussidi, che soltanto per Alitalia tra 2017 e 2019 ammontano a 1,3 miliardi di euro. Dopo aver cominciato la vendita dei biglietti il 16 agosto 2021, la newco ha cominciato a operare il 15 ottobre 2021 sulla tratta Linate-Bari. Con l’ok della Ue al conferimento di 1,35 miliardi di capitale da parte dello Stato. E l’acquisto del brand Alitalia per 90 milioni.
La privatizzazione di Ita Airways
La privatizzazione di Ita Airways è cominciata con il governo Draghi. Il 25 maggio 2023 l’accordo tra il Tesoro e il Lufthansa per la cessione di una quota di minoranza del 41% attraverso un aumento di capitale di 325 milioni, con l’opzione di acquisire tutte le azioni rimanenti in un secondo momento. Obiettivo dichiarato: chiudere la transazione entro l’anno e portare Ita in utile in due anni. Un accordo che Meloni non gradì parlando di «massacro della nostra compagnia di bandiera». E durante la campagna elettorale l’allora leader di Fratelli d’Italia provò a stoppare la procedura. A gennaio anche l’esecutivo Meloni ha dato l’ok alla vendita a Lufthansa. Ma ora l’ultima parola spetta a Bruxelles. L’operazione, soggetta a ora una fase istruttoria, deve ancora essere notificata dalle compagnie. Da quel momento scatterà il conto alla rovescia per il placet finale. Nel migliore dei casi, entro 25 giorni dalla notifica.
La fase di pre-notifica
Ma allora perché Meloni ha deciso di andare allo scontro con la Commissione? Il Corriere della Sera spiega che l’accordo prevede che Lufthansa acquisti il 41% di Ita oggi e il 100% entro il 2033. Trattandosi di acquisto che incide sulla concorrenza nel mercato aereo, ci vuole l’ok della Ue. Per questo l’esecutivo ha aperto una fase di pre-notifica. Che prevede di cominciare prima la discussione su punti e dettagli dell’accordo per arrivare a un più rapido ok finale dopo la notifica vera e propria. E che secondo alcune fonti dell’esecutivo attualmente è in una fase difficile, con decine di domande inviate anche su piccoli dettagli. E questo anche perché all’interno dell’Europa in molti osteggiano la conclusione della trattativa. Tra questi, appunto, la Francia e le compagnie low cost.
Chi vuole fermare Lufthansa-Ita Airways
Chi ha paura dell’acquisto di Ita Airways da parte dei tedeschi di Lufthansa? In primo luogo i francesi. Il blocco Air France-Klm-Delta Airlines perderebbe quote di mercato in Italia. Mentre le low cost come Ryanair, easyJet e Wizzair si ritroverebbero a dover fare i conti con un vettore più solido. Ma gli ostacoli potrebbero arrivare anche da Iag, la holding di British Airways, Iberia e Vueling.
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