La Nato prepara la più grande esercitazione militare dai tempi della Guerra Fredda: come funzionerà la simulazione di un attacco russo
La Nato si prepara a dar vita alla più grande esercitazione militare dai tempi della Guerra Fredda. Lo scrive oggi il Financial Times citando fonti dell’Alleanza Atlantica, spiegando che nelle manovre, programmate per il primo trimestre del 2024, saranno coinvolti circa 41mila soldati dei Paesi membri e oltre 50 navi da guerra. Obiettivo della missione Steadfast Defender («salda difesa»): testare la messa in atto di una risposta militare ad un’eventuale aggressione russa contro uno dei suoi membri – benché nel gergo interno il «nemico virtuale» sarà denominato «Occasus». L’esercitazione, nota il quotidiano londinese, è parte della strategia di evoluzione della Nato, dettata dallo scenario ucraino, verso un’Alleanza in grado di combattere una guerra vera e propria, e non solo di rispondere a una crisi. A livello tecnico, coerentemente, la novità principale sarà l’integrazione di dati geografici reali per creare «scenari realistici» per le truppe impegnate. L’esercitazione dovrebbe tenersi tra Germania, Polonia e i Paesi Baltici a febbraio e marzo del prossimo anno, e non sarà l’unica per il 2024: dal prossimo anno infatti saranno due, e non più solo una, le esercitazioni militari annuali della Nato.
Cambio di passo
Lo scorso giugno il Segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg aveva anticipato il salto di qualità (e di quantità) nella combat readiness dell’Alleanza, con il progressivo passaggio da 40mila a «ben oltre 300mila» soldati pronti al dispiego immediato in caso di necessità. Un approccio totalmente diverso a quello su cui si era settata l’Alleanza a partire dagli anni ’90, focalizzato sul dispiego agile di piccoli battaglioni per missioni ad hoc, come accaduto nei decenni successivi nei Balcani o in Afghanistan. Poco dopo la Germania aveva fatti sapere che 4mila soldati saranno stanziati in permanenza in Lituania, mentre altri battaglioni Nato sono stati via via già dispiegati lungo i confini orientali dell’Alleanza, a difesa/deterrenza di possibili mosse «sconsiderate» della Russia oltre il territorio ucraino. Un allarme cresciuto nel corso dell’estate con la «redistribuzione» degli uomini della famigerata milizia Wagner in Bielorussia – benché la morte di Prigozhin e la decapitazione dei vertici del gruppo a fine agosto paiano aver circoscritto la minaccia.
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