Strage di Brandizzo, parla Vincenza Repaci che disse no tre volte ai lavori: «Ho fatto solo il mio dovere»
«Quello che è successo non si può dimenticare, però sono consapevole di avere fatto il mio lavoro nel migliore dei modi, rispettando quello che è il regolamento. Più di quello non avrei potuto fare». A dirlo è Vincenza Repaci, la dipendente di Rfi che la sera del 30 agosto, per tre volte, dalla sala controllo di Chivasso (Torino) non diede l’autorizzazione a iniziare i lavori degli operai sui binari di Brandizzo perché l’ultimo treno non era ancora transitato. «Non è stato semplice – rivela in un’intervista esclusiva al Tg1 – si sa che in quelle situazioni bisogna reagire, non si deve dimenticare il proprio ruolo». Vincenza Repaci, che ha 25 anni, è già rientrata al lavoro perché – spiega – «avendo fatto il mio dovere nel migliore dei modi, era giusto e corretto tornare. Sono orgogliosa del mio lavoro, non mi fermerò per quello che è successo». Alla domanda se altre volte si fosse verificata una situazione simile risponde: «Ci sono dei regolamenti che vanno rispettati anche perché si è ben consapevoli che comunque ci sono delle persone». Considerata il teste chiave dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Ivrea, Repaci è stata ascoltata dai magistrati il 4 settembre. In quell’occasione aveva detto ai magistrati di avere ripetuto per ben tre volte che «i lavori non dovevano cominciare perché era previsto il passaggio di un treno».
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