L’informatico che va a scoprire l’arte nascosta nei musei su Instagram: «Ma non chiamatemi influencer»
Paolo Bononi, 59 anni, è dirigente dei sistemi informatici in un’azienda. Ma ha anche un profilo Instagram. Che usa per pubblicare foto di dettagli di opere d’arte mentre gira per i musei d’Italia. Grazie alla sua passione per la fotografia: «Io non sono uno storico dell’arte e nemmeno un fotografo di professione, però scattare foto mi è sempre piaciuto. E poi mi interessa far conoscere le cose belle». Ha iniziato «nel 2016, e pensi che nemmeno sapevo come cominciare. Dal 2010 frequento altri social, ma Instagram è più complicato. Ho provato a mettere qualche foto delle mie, il dettaglio del viso di una Madonna o lo sguardo di un Cristo». E, spiega nell’intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera, è andata bene. «Ho visto che la gente mi seguiva».
L’arte su Instagram
Fare numeri consistenti su Instagram con opere d’arte sconosciute è stata una sorpresa anche per lui: «Io penso che la gente ne abbia bisogno e che ami queste cose. Siamo noi che ci convinciamo del contrario. Tante persone mi hanno detto di aver scoperto opere e luoghi grazie a questi post». Anche se in alcuni musei fare foto è proibito: «L’ho scoperto, ahimè, quella volta che andai al Collegio del Cambio di Perugia per fotografare le lunette affrescate dal Perugino. Ero in coda quando ho scoperto che gli scatti erano vietati. Però, nella Basilica inferiore di San Francesco d’Assisi, alcune foto le ho fatte lo stesso, nonostante i divieti». Ha anche un figlio che ogni tanto lo prende in giro: «E mi provoca: l’altro giorno mi ha detto “Scommettiamo che mamma diventa più famosa di te su Instagram?”».
Non chiamatemi influencer
A Roberta Scorranese dice anche che non si sente un influencer «perché pubblico cose per pochi, ricercate. Il punto è che tanta gente mi segue, dunque forse la bellezza meno scontata non è così“di nicchia” come pensiamo». Lui e sua moglie prossimamente andranno a scoprire l’Italia Centrale: «Anche se è tutto ancora da mettere a punto. Andremo a scoprire e a fare scoprire».
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