L’ipotesi su Kataleya Alvarez scomparsa a Firenze: «Forse l’hanno sedata per portarla via»
Ieri la procura di Firenze ha fatto sapere che ci sono cinque indagati per la scomparsa di Kataleya Alvarez dall’hotel Astor che risale al 10 giugno scorso. Tra loro anche due zii della bambina. Gli inquirenti hanno deciso di svolgere ispezioni più invasive nell’hotel, scavando anche nel terreno. I due zii indagati sono quello materno, Abel Argenis Alvarez Vasquez, 29 anni, arrestato lo scorso 5 agosto per l’inchiesta sul racket delle camere, e quello paterno, Marlon Edgar Chicclo Romero, 19 anni. Sono le ultime persone che hanno custodito la bambina nel giorno in cui si sono perse le sue tracce. Gli investigatori concentrano la loro attenzione su tre camere. Ovvero la stanza 104, la 201 e la 203.
Il borsone celeste
La 104 si trova al pian terreno dell’ex albergo ed è la camera dove alloggiava la bambina nei giorni prima della sua scomparsa». Al primo piano si trovano le altre due stanze dell’ampia famiglia della bimba. La scientifica ha trovato tamponi di presunta sostanza ematica nei rubinetti dei lavabi. Ma la procura ha anche sequestrato un borsone di colore celeste e un trolley. Erano stati usati da alcuni degli occupanti nel giorno della scomparsa di Kata. Erano nella disponibilità di un cittadino rumeno di 29 anni e di due cittadine peruviane di 31 e 26 anni. Le tre persone sono state immortalate dalle telecamere mentre uscivano e rientravano dall’hotel con le valigie. Il colonnello Luciano Garofalo, ex Ris e oggi consulente della famiglia Alvarez, dice al Quotidiano Nazionale che le forze dell’ordine cercano una traccia ematica. Ma anche che la bambina, secondo lui, non è più nell’hotel.
Fatta uscire dentro una valigia
L’ipotesi di Garofalo è che la bambina sia stata fatta uscire dentro una di quelle due valigie. Ma non è detto che sia morta: «La bambina può essere stata sedata affinché non urlasse. Ma in questo caso parleremmo di un sequestro organizzato». I borsoni ora saranno analizzati anche per cercare tracce ematiche. Ma lo stesso carabiniere mette in dubbio questa ricostruzione: «Io sequestro una bambina, la metto in un borsone e poi la valigia me la riporto a casa? Strano sì, ma nelle indagini mai dire mai». Garofalo dice di non essersi ancora fatto un’idea precisa sul mistero. Ma poi aggiunge: «Per una serie di motivi che non posso rivelare confido che sia ancora viva. Ma non mi chieda il perché».