Brandizzo, la vedova di uno degli operai: «Quella sera aveva un presentimento, non voleva andare in cantiere»
A due settimane dalla tragedia di Brandizzo, in cui cinque operai sono morti dopo essere stati travolti da un treno, Daniela Tommasiello ha deciso di parlare. Non per alimentare polemiche, ma per «rendere giustizia» a suo marito Giuseppe Sorvillo, una delle cinque vittime dell’incidente ferroviario. «Ci siamo conosciuti 16 anni fa – racconta oggi la donna in un’intervista a La Stampa -. Io avevo 20 anni, lui 27. Lavoravo in un bar a Capua. Fu subito amore vero. Stavamo insieme da un mese e mi disse: me ne vado al Nord, che fai vieni con me?». Prima che nascessero i loro due figli – che oggi hanno 10 e 7 anni – Giuseppe era viceresponsabile di un punto vendita e aiutò la moglie ad entrare in azienda. «Per i ragazzi, che ancora erano solo nei nostri sogni, auspicava opportunità e orizzonti più alti», sottolinea Daniela Tommasiello.
Il cambio di lavoro
Poi arriva la svolta. Quattro mesi fa, Sorvillo decide di lasciare l’incarico a tempo indeterminato per iniziare a lavorare in Si.gi.fer. Una decisione che sua moglie descrive oggi come «un atto d’amore verso i nostri figli». Il motivo del cambio di lavoro è presto spiegato: nel suo nuovo impiego, in cui lavorava come operaio sui binari, Sorvillo guadagnava quattrocento euro in più al mese, indispensabili per riuscire a pagare il mutuo. «Avremmo dovuto togliere qualcosa ai ragazzi e né io né lui abbiamo mai pensato di farlo. Viviamo per i bimbi», racconta oggi la donna.
La sera della tragedia
Eppure, la notte della tragedia di Brandizzo Tommasiello si è accorta che c’era qualcosa di strano in suo marito. «Mi ha detto che non se la sentiva di andare quella sera sul cantiere – ricorda -. Forse non stava bene. Io ho fatto anche una battuta: “ma perché non chiami per dirglielo e resti qui con noi?”». Sorvillo, aggiunge la donna, è andato avanti e indietro tre volte perché continuava a dimenticarsi qualcosa, fino a che a un certo punto ha esclamato: «Vado davvero questa volta, ci vediamo domani». L’uomo però non è più tornato a casa. «Alle 5.30 ho visto che non era a casa, non era un ritardo comune. Ho guardato i social e c’era il link della notizia. Un nostro parente è andato in stazione, è tornato e me lo ha detto sulla soglia della porta. Accanto a me c’erano anche i bambini, lo hanno saputo così», racconta Tommasiello. La donna, ora rimasta vedova, dice di voler sorvolare sulle polemiche mediatiche. Una cosa però ci tiene a sottolinearla: «C’è rabbia, ma non voglio puntare il dito contro nessuno. Certo, pretendo che non passi lui per incosciente».
Credits foto: ANSA/Claudia Tomatis | Fiori in ricordo di Giuseppe Sorvillo, uno dei cinque operai travolti da un treno a Brandizzo il 31 agosto
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