Israele, giallo sull’arresto del ricercatore italo-palestinese Khaled el Qaisi: «Indagato per terrorismo». La famiglia nega tutto e La Sapienza si mobilita
Khaled el Qaisi, giovane ricercatore italo-palestinese, è in arresto dal 31 agosto. Oggi si è tenuta un’altra udienza dei giudici israeliani che hanno deciso di prolungare la detenzione per altri sette giorni, ma le motivazioni non sono chiare. L’uomo stava rientrando con la moglie e il figlio di 4 anni da una vacanza in Palestina quando ad Allenby, valico di frontiera con la Giordania, è stato fermato dalle autorità israeliane al controllo bagagli per “ragioni di sicurezza”, come riporta la Repubblica. «Eravamo in viaggio con nostro figlio ed eravamo felici, perché avevamo portato il nostro bambino nei luoghi di origine del padre. Quando all’improvviso Khaled è stato fermato dalla Polizia. Ho provato più volte a chiedere dove lo stessero portando e non ho avuto alcuna risposta», afferma la moglie Francesca Antonucci. Il marito si trova ora nel carcere di a Petach Tikvah, a 20 km di Tel Aviv, ma non ha potuto vedere i suoi familiari e i legali. Secondo la Repubblica, l’uomo sarebbe stato arrestato nell’ambito di un’inchiesta per terrorismo, forse per alcune frequentazioni avute dal ricercatore in Palestina. Su queste si sarebbero concentrate infatti le domande rivolte a el Qaisi dal procuratore in un’udienza pubblica. «Ma eravamo in vacanza, ha visto vecchi amici. Non è successo niente», insiste la donna.
I dubbi dell’Italia e la mobilitazione in Parlamento e alla Sapienza
L’accusa suona strana anche alle autorità italiane, a cui risulta che el Qaisi non avesse precedenti né fosse attenzionato dall’intelligence. Per questo s’avanza l’ipotesi che si possa trattare di un «equivoco», come viene fatto trapelare da chi si sta occupando della vicenda. Sul caso si è attivato subito il console italiano, che ha potuto vedere il ricercatore e tra oggi e domani dovrebbe anche esser reso disponibile il fascisolo aperto su di lui. Diversi parlamentari dell’opposizione – Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Laura Boldrini, Dario Carotenuto, Concetta Damante, Tino Magni e Stefano Vaccari – stanno facendo pressione sul ministro degli Esteri Antonio Tajani perché s’interessi direttamente della vicenda. Gli avvocati di Khaled el Qaisi lamentano la violazione dei diritti del detenuto. Domani alla Sapienza, dove il ricercatore studia lingue, ci sarà un’assemblea pubblica alla presenza della moglie e dei legali dell’uomo.