In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ATTUALITÀAvellinoCampaniaFrodiGiovaniInchiesteOmicidiOmicidi colposi

Morta folgorata col cellulare in carica per «un difetto di fabbricazione»: 5 indagati

Secondo le accuse della procura di Avellino, il difetto di fabbricazione del caricabatterie avrebbe causato la morte della 16enne Maria Antonietta Cutillo lo scorso 2 maggio

Cinque imprenditori, di cui quattro cinesi, sono indagati dalla Procura di Avellino con l’accusa di omicidio colposo, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con marchi mendaci. Secondo quanto emerso dalle indagini, il caricabatterie che la vittima, Maria Antonietta Cutillo, stava utilizzando mentre era nella vasca da bagno aveva un difetto di fabbricazione. Lo scorso 2 maggio, la 16enne stava caricando il proprio cellulare mentre era in videochiamata con una sua amica quando il dispositivo è caduto in acqua. La ragazza aveva sentito Maria Antonietta urlare e, allarmata, aveva chiamato i soccorsi. A precederli i genitori che non hanno potuto che constatare la morte della figlia. Aveva una mano nera, bruciata. Per la tesi dell’accusa, la caduta del telefono dentro la vasca avrebbe innescato la scossa che ha ucciso la ragazza. Delle indagini si sono occupati i militari della Compagnia di Mirabella Eclano con il coordinamento della Procura. Secondo la perizia del Reparto tecnologie informatiche del Racis a risultare non idoneo, in seguito ad accertamenti non ripetibili, era un componente interno del caricatore: il condensatore ceramico a disco del prodotto di importazione cinese. I materiali utilizzati sono risultati di scarsa qualità, non rispettano i criteri tecnici previsti dal decreto legislativo 86/2016. Per quanto sostiene il Racis, se il caricabatterie avesse rispettato tali indicazioni Maria Antonietta sarebbe ancora viva. Ad aggravare la posizione degli indagati ci sarebbe anche tutta una serie di mancanze nei prodotti: il foglio di istruzioni d’uso, le avvertenze di sicurezza, le dichiarazioni di conformità CE e la marcatura di “classe Y” obbligatoria per i dispositivi elettronici di questa specie. I Carabinieri hanno sequestrato i caricatori commercializzati a Calenzano e Sesto Fiorentino in provincia di Firenze, Pontedera in provincia di Pisa e Trezzano sul Naviglio in provincia di Milano.

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti