Firenze, l’affondo di Renzi sul dopo-Nardella: «La destra prima vuole Batistuta, ora il direttore degli Uffizi Schmidt. Ma non erano sovranisti?»
Mancano ancora lunghi mesi alla prossima tornata di elezioni amministrative, che vedranno andare alle urne, tra gli altri, anche i cittadini di Firenze. Ma tutti gli schieramenti, complice la prevista uscita di scena di Dario Nardella che si avvia a concludere i suoi due mandati (e pensa al salto al Parlamento europeo, come anticipato da Open), sono già alla ricerca del nome «giusto» capace di sedurre i fiorentini e raccoglierne l’eredità. I partiti lavorano a fari spenti, certo. Ma come spesso accade i profili su cui stanno lavorando in un modo o in un altro finiscono sui giornali. Col rischio di bruciare nomi promettenti, anche se non sempre realmente spendibili. Prima era stato il turno dell’ex goleador della Fiorentina Gabriel Batistuta, costretto a smentire pubblicamente di essere interessato alla corsa che, sembra, il centrodestra fosse pronto a proporgli. Quindi, nei giorni scorsi, il nuovo nome uscito dal cappello del centrodestra, di tutt’altra provenienza: Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, anche lui, come Nardella, a fine mandato dopo otto anni di onorato servizio. La notizia è stata rivelata nei giorni scorsi dall’edizione fiorentina di Repubblica, e sin qui non smentita. Lo stesso interessato si è trincerato per ora dietro un infrangibile “no comment”. Chi commenta eccome invece oggi l’indiscrezione è Matteo Renzi, che nella sua e-news di oggi, venerdì 15 settembre, affonda il colpo per gli apparenti zig-zag del centrodestra toscano: «Per la candidatura a Sindaco di Firenze la destra sta dando spettacolo. Prima propone il mitico centravanti argentino Batistuta. Quando il grande Batigol rifiuta, la destra sonda il direttore degli Uffizi, il tedesco Schmidt», ricapitola l’ex premier ed ex sindaco di Firenze. Per poi assestare il colpo ironico ai presunti orgogliosi difensori della “nazione”: «In 24 ore sono passati dal calciatore allo storico dell’arte: non hanno classe dirigente e soprattutto non hanno chiara quale idea di città proporre. Però guardiamo il positivo: per Firenze pensano a un argentino o un tedesco. Ah, non ci sono più i sovranisti di una volta…».
L’appuntamento al Festival di Open e la sfida a Elly Schlein
Nella sua newsletter ai seguaci, Renzi non lesina come di consueto stoccate anche al campo del centrosinistra, a partire dal Pd di Elly Schlein. «La destra radicale mi ha reso un mostro utilizzando l’immigrazione. Ma la sinistra radicale mi ha reso un mostro utilizzando il Jobs Act», riassume il leader di Italia Viva, che sul tema avrebbe una gran voglia di confrontarsi con la leader Dem. Persino questo stesso weekend, se capitasse l’occasione. «Mi dispiace che Elly Schlein non se la sia sentita di venire a dialogare con me a Santa Severa e parlare di JobsAct», scrive Renzi alludendo alla festa del suo partito che si tiene questo fine settimane sul litorale laziale. «Ma è un invito aperto: in qualsiasi momento raggiungo Elly dove vuole e mi confronto – numeri alla mano – su quella legge votata dal PD, quando ancora il PD vinceva le elezioni», affonda il colpo. Oltre che a Santa Severa, ricorda poi lo stesso ex premier, Renzi sarà impegnato questo weekend anche su un altro palco molto atteso: quello del primo Festival di Open che si apre questa sera a Parma. «Sabato mattina alle 10 sarò a Parma al festival di Open, la testata online di Enrico Mentana, intervistato da Franco Bechis», dà appuntamento a tutti il leader di Italia Viva. Su quello stesso palco che poche ore dopo ospiterà proprio la leader del Pd, attesa alle ore 20 per essere intervistata da Mentana. Se non in presenza, l’occasione di un confronto tra i due a brevissima distanza.
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