«Più che un posto fisso, un posto figo». Così il governo prova a convincere i giovani a lavorare nella Pa – Il video
«Più che un posto fisso, un posto figo». Questo è lo slogan della nuova campagna del governo, in onda da oggi sui canali Rai, per incentivare i giovani a lavorare nella pubblica amministrazione. «Cerchi più di un semplice lavoro?» chiede lo spot a chi lo vede, dopo una serie di clip in cui Lucia, dipendente dell’ufficio comunale di una idillica città italiana, presenta i suoi colleghi. Nel Comune, lo scuolabus arriva puntualissimo, «come sempre» precisa l’autista, di cui non si conosce il nome. La protagonista presenta poi l’assistente sociale della cittadina, che è «sempre in giro». Arrivata in sede, la Lucia trova, nel suo stesso ufficio, la social media manager e il capo dell’ufficio stampa della pacifica cittadina. Infine, prima di lasciare spazio al messaggio finale, Lucia pronuncia la frase simbolo dello spot in una videochiamata con Orietta Berti.
«I falsi pregiudizi»
Come spiega la pagina di presentazione ufficiale, «il claim “Più che un posto fisso, un posto figo!” gioca sui falsi pregiudizi del passato per ribaltare l’immagine fantozziana del dipendente pubblico e il mito del posto fisso raccontato da Checco Zalone in un celebre film». La campagna è il risultato di un progetto che è stato scelto tra quelli delle tredici agenzie creative che hanno partecipato alla procedura comparativa a seguito della pubblicazione della richiesta di offerta sul Mep. Il ministro alla Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo ha detto che la campagna permetterà al governo di «presentare ai nostri giovani la Pubblica amministrazione che vogliamo», ossia «una grande realtà capace di rispondere, nell’interesse del Paese, ai loro sogni e alle loro aspettative», ma dove «il posto fisso è ormai superato».
«I giovani non si accontentano del posto fisso»
«I giovani non cercano soltanto la stabilità. Non si accontentano di un posto fisso, vogliono avere un lavoro che sia capace di valorizzarli, che dia loro opportunità di crescita e che consenta loro di bilanciare l’aspetto professionale con la vita privata», ha aggiunto Zangrillo. «Dobbiamo fare in modo che la Pubblica amministrazione non sia vissuta come un’esperienza di serie B». Sui social, non mancano i commenti, in buon parte ironici. Il posto figo dove fai un concorso nel quale ti chiedono anche principi di fisica quantistica per poi andare a mettere i bolli sulle pratiche. Io sono stato per 35 anni nell’amministrazione pubblica, e queste sono le prime facce sorridenti che vedo. Oltre all’evergreen: «Spoiler finale: se non ti raccomandano non ti assumiamo».
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