La stretta a tenaglia sul collo per 7 minuti, resta in carcere il 28enne accusato dell’omicidio di Yuri Urizio a Milano: smentito dai video
«Una stretta a modo di tenaglia» protrattasi per oltre sette minuti «tra le 3.52 e le 3.59». Questa è la dinamica secondo la gip Angela Minerva che ha portato alla morte, dopo due giorni di agonia, del giovane Yuri Urizio, aggredito mercoledì scorso nei pressi della Darsena di Milano dal 28enne tunisino Cubaa Bilel. Urizio, cameriere del Comasco, viene mostrato dalle telecamere di sorveglianza della zona mentre cerca di divincolarsi dalla stretta con un «movimento delle gambe sempre più debole», scrive la giudice nell’ordinanza con cui convalida l’arresto e dispone la custodia cautelare per tentato omicidio per l’aggressore che avrebbe liberato dalla sua presa la vittima solo all’arrivo di una volante della polizia. La versione di Bilel, che risulta stanziato in Italia irregolarmente ma dice di aver chiesto protezione internazionale alla questura di Verona, viene quindi attualmente smentita dalle indagini. Il 28enne, infatti, sostiene di aver difeso una ragazza da una rapina. Ma contro di lui ci sarebbero sia i video delle telecamere di sorveglianza che le dichiarazioni di un testimone.
Il video della telecamera
Bilel avrebbe continuato a stringere il collo del ragazzo anche quando quest’ultimo era a terra e mostrava «varie tumefazioni» sul volto. Secondo quanto dichiarato da un testimone oculare che stava transitava lungo viale Gorizia, i «due uomini» erano nel pieno di una colluttazione e che il 28enne «stringeva con forza» il collo del ragazzo, «fino a fargli perdere i sensi». Nei filmati di una telecamere si vedono i tre – Bilel, Urizio, e la donna che secondo l’aggressore sarebbe la vittima della presunta tentata rapina – mentre «chiacchieravano» alle 3.51, si legge nell’ordinanza. Il video, tuttavia, non mostra uno «stato di animosità tra le parti». Un minuto dopo, al compimento di un giro completo della telecamera, la donna si allontana «con passo tranquillo» mentre i due si trovano a terra con il 28enne che «percuote» la vittima per poi strangolarla.
L’omicidio
Il testimone oculare appare nella scena intorno alle 3.55. Da lì, la colluttazione prosegue per altri 4 minuti. Nell’interrogatorio in carcere (quale) il Bilal ha dichiarato di essere stato colpito da una «pietra» Sarà necessario, quindi, individuare la donna e portare anche lei a testimoniare. Ai fini della ricostruzione verranno utilizzati anche gli accertamenti del medico legale. Nei prossimi giorni, la misura cautelare verrà aggiornata su richiesta della procura, passando con la ragione che passerà dal tentato omicidio all’omicidio. Si dovrà valutare se nella forma volontaria o preterintenzionale.