Parla il dirigente Rai truffato da una escort: «Sapeva che sono un personaggio pubblico: come ci sono cascato»
«So per certo che anche altre persone sono cadute nella rete di Adina» dice il dirigente Rai che a Il Messaggero ha raccontato come è finito nella trappola della escort Adina Manolache, 30 anni, agli arresti domiciliari con l’accusa di estorsione dopo mesi di presunti ricatti. Alla polizia l’uomo ha spiegato di aver conosciuto la donna online, attraverso un sito di annunci. «Lei sapeva costruire molto bene le storie da raccontare. Ha architettato tutto alla perfezione, sapendo carpire la fiducia del suo interlocutore». Dopo i primi incontri, la 30enne era apparsa al manager «amabile, faceva tenerezza quando parlava dei suoi familiari in gravi difficoltà. Poi la modalità passava gradualmente in una fase più aggressiva fino al punto di esercitare una certa violenza e così le richieste diventavano delle autentiche pretese». Le storie di Manolache raccontate al dirigente Rai man mano diventano sempre più drammatiche. Parlava di suo figlio che non stava bene, dello sfratto che le avevano notificato e di non avere più soldi per pagare l’affitto. Fino alle presunte minacce subite: «C’è gente che mi vuole fare del male – raccontava la donna – dei criminali». E puntualmente chiedeva altro denaro.
La carta di credito e i 100mila euro
Le richieste della donna si facevano sempre più insistenti e ce n’erano sempre di nuove. Il manager sessantenne spiega di aver avuto da subito il sospetto che la donna gli stesse raccontando delle bugie, ma temeva per la sua reputazione: «In realtà è bastato poco per capire che quella di Adina era una truffa. Certo che me ne sono reso conto, ma temevo che la storia sarebbe finita sui giornali, come è stato». La 30enne si sarebbe resa conto facilmente di aver a che fare con un personaggio di rilievo di viale Mazzini, che difficilmente si sarebbe rifiutato di accontentarla in cambio del silenzio: «Lavoro in Rai da una vita, lei sapeva bene che ero un personaggio pubblico, un top manager fa sempre notizia in questi casi e così, sulle prime, non ho voluto correre quel rischio, assecondando le sue richieste, sperando che sarebbe arrivato un punto in cui si sarebbe fermata, scomparendo nel nulla, così velocemente come si era palesata nella mia esistenza». Da qualche centinaio di euro, il manager è passato a donare alla donna sempre più denaro, fino a darle anche la carta di credito: «Ma solamente una volta in realtà è capitato che io le abbia dato la mia carta di credito, perché capitò una giornata in cui non potevo uscire e ho mandato lei a prelevare la somma. Ma non ha mai avuto accesso a tutti i miei conti in banca». Nonostante ciò, la donna nel giro dei sei mesi ha ricevuto dal manager Rai circa 100mila euro.
I ricatti
Secondo il dirigente Rai, una trappola come quella da lui subita potrebbe succedere ovunque e a chiunque, non solo online: «Può capire anche di incontrare persone simili nei locali di Roma o in qualsiasi altro ambito. Chiunque può finire nel mirino di chi fa truffe per “professione”». Quando la donna è arrivata a ricattarlo, il manager ormai vicino alla pensione ha deciso di non subire più: «Ha provato a ricattarmi ma sono a un punto della mia vita che non mi è importato, tra un anno e qualche mese vado in pensione. Sono single, non ho una famiglia, questo ha rappresentato un vantaggio adesso che la storia è uscita e uno svantaggio nel periodo in cui sono stato sotto ricatto perché magari la presenza di una famiglia mi avrebbe aiutato e evitare questo imbarazzo. Più avanti racconterò il resto, ora sono sconvolto, sono giorni in cui non sto andando a lavoro. Mi sento a pezzi. Ma occorre non avere paura e denunciare».