Frecce Tricolori, il comandante dopo la tragedia: «Prevista la sostituzione degli aerei». Perché l’incidente non c’entra con l’età dei caccia
È un modello di 44 anni fa l’Aermacchi-339, lo stesso di Pony 4 delle Frecce Tricolori che ieri 16 settembre si è schiantato a Caselle, nel Torinese, uccidendo una bambina di cinque anni. Quello pilotato dalla pattuglia acrobatica italiana sarebbe destinato ad andare in soffitta, secondo il comandante della base di Rivolto, il colonnello Paolo Rubino: «Nel prossimo futuro è prevista la sostituzione dei velivoli nel ciclo dell’ammodernamento della flotta della pattuglia». Subito dopo la tragedia, sono stati sollevati dubbi sull’opportunità di usare mezzi così vetusti, su cui però gli esperti escludono legami con le cause dell’incidente, considerando il modello usato dalle Frecce Tricolori ancora tra i più affidabili. Alla famiglia della piccola scomparsa, Rubino alla Tgr Friuli Venezia Giulia ha detto: «Ci stringiamo alla famiglia della bimba, è stato un caso di vera fatalità».
Il modello ideato da Ermanno Barzocchi nel 1979
Quello precipitato a Caselle, così come quelli del resto della pattuglia, è in dotazione alla Frecce Tricolore dal 1982. È un monomotore biposto da addestramento avanzato, ricorda il Corriere della Sera, predisposto anche come appoggio tattico usato da diverse aeronautiche militari nel mondo. Tra queste quella della Nuova Zelenda, Perù e Argentina. Ad acquistarlo era stato anche la compagnia militare privata Usa Draken International. A ideare il 339 era stato uno dei più grandi progettisti dell’aeronautica italiana, l’ingegnere Ermanno Barzocchi, morto nel 2005 dopo aver lavorato quasi esclusivamente per l’Aeronautica Macchi, un’azienda storica del settore. Il marchi oggi fa parte del gruppo Alenia e in passato aveva realizzato caccia anche per la seconda guerra mondiale. Sui modelli ideati da Barzocchi si sono addestrati quasi tutti i piloti militari italiani e parecchi civili. Il modello MB326, sempre di Barzocchi, era stato scelto dall’Alitalia tra gli anni ’60 e ’70 per addestrare i piloti.
Perché cambieranno i modelli
Gli esperti escluderebbero qualsiasi nesso tra l’anzianità dei caccia usati dalle Frecce Tricolori e l’incidente, continua il Corriere. Di certo c’è che l’Aeronautica militare italiana ha intenzione di passare a modelli più moderni. Soprattutto per una questione di costi legati all’età dei modelli in questione. Parecchi pezzi di ricambio non sono ormai più in produzione e la manutenzione rischia di essere sempre più costosa.
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