Il Financial Times mette Meloni sotto osservazione: «Luna di miele finita. Aziende e investitori sono inquieti»
«“La luna di miele è finita”. La legge di bilancio di Meloni metterà alla prova l’instabile relazione con gli investitori». Questo è il titolo di un articolo che il Financial Times, a firma Amy Kazmin, dedica alla manovra del governo Meloni, con la quale l’esecutivo «dovrà trovare un equilibrio tra le risorse economiche in diminuzione e il mantenimento delle promesse elettorali sul taglio delle tasse e il sostegno alle famiglie in difficoltà». «Gli investitori – continua il quotidiano economico britannico – stanno osservando attentamente per determinare se Meloni manterrà il suo impegno di disciplina fiscale – anche se l’economia italiana vacilla – o sarà tentata da una politica fiscale espansiva o da altre misure non ortodosse». Il Financial Times evidenzia come la premier non si sia fatta vedere al Forum Ambrosetti di Cernobbio, importante incontro a tema economico sul lago di Como, dove l’assenza della leader di FdI – che ha preferito recarsi all’autodromo di Monza per il Gran Premio di Formula 1, mentre l’hanno scorso non solo ci era andata, ma aveva colto l’occasione per «corteggiare gli investitori» – «ha aggravato la crescente inquietudine di aziende e investitori circa la capacità del governo italiano di guidare il Paese, fortemente indebitato, in un periodo di rallentamento economico europeo».
«La prova più grande» per Meloni
«Quando salì al potere lo scorso anno, Meloni rassicurò gli investitori globali con promesse di prudenza fiscale», ricorda l‘Ft. «Ma quest’estate – aggiunge – i mercati sono stati scossi dall’annuncio a sorpresa del suo governo di un’imposta inaspettata sulle banche, che è stata rapidamente annacquata dopo il crollo dei titoli bancari». Per questo la manovra, la prima interamente in mano al governo Meloni, poiché quella dello scorso anno era stata in parte ereditata dall’esecutivo di Mario Draghi, viene definita «la prova più grande» per la premier. «”C’è stata una rifocalizzazione sull’Italia”, ha detto Filippo Taddei, capo economista per l’Europa meridionale presso Goldman Sachs. “La gente si chiede dove sta andando il Paese . . . vogliono assicurarsi che non ci siano più sorprese politiche», si legge sul quotidiano britannico.
«Le imprese si stanno rivoltando contro il governo»
«La Banca Centrale Europea la settimana scorsa ha criticato la tassa sulle entrate straordinarie, avvertendo che potrebbe impedire alle banche di costituire ulteriori riserve di capitale, rendendole “meno resistenti allo shock economico” e limitando la loro capacità di concedere prestiti. Fitch, l’agenzia di rating del credito, ha messo in guardia dalle potenziali perturbazioni e incertezze derivanti dalla proposta del partito di Meloni, Fratelli d’Italia, di estrema destra, di consentire ai mutuatari inadempienti di riacquistare il proprio debito in difficoltà con un forte sconto», ricorda il Financial Times. «La luna di miele è finita. Le imprese si stanno rivoltando contro il governo. Ci sono forze all’interno della coalizione che non sono realmente in sintonia con i mercati o con gli interessi degli investitori», ha dichiarato all’Ft Lorenzo Codogno, ex funzionario del ministero delle Finanze ora a capo di un società di consulenza economica.
L’impronta di Meloni sul bilancio
«Nei suoi primi mesi al potere, la Meloni ha ottenuto riconoscimenti per aver adottato un bilancio fiscalmente prudente, che ha rassicurato gli investitori nervosi sulla sua capacità di effettuare la transizione dalle buffonate dell’opposizione populista a una governance responsabile. Eppure quel bilancio è stato in gran parte preparato dalla squadra del suo predecessore, Mario Draghi, grazie al tempismo della sua vittoria in una rara elezione autunnale», evidenzia ancora il Financial Times. «Ma il prossimo bilancio, che sarà svelato nelle prossime settimane, porterà l’impronta della Meloni, offrendo sia agli elettori che agli investitori italiani una visione più approfondita della visione economica della sua coalizione», prosegue il quotidiano, che poi snocciola i dati.
La contrazione economica dell’Italia
«Il prodotto interno lordo dell’Italia si è contratto dello 0,4% nel secondo trimestre, riflettendo il malessere del settore manifatturiero europeo e un forte rallentamento dell’edilizia», dopo il taglio al Superbonus. «La debolezza è continuata per tutta l’estate. A luglio la produzione industriale italiana si è contratta del 2,1% su base annua superiore alle attese e sono stati persi quasi 73 mila posti di lavoro, spingendo la disoccupazione al 7,6%. I sondaggi hanno indicato che il settore dei servizi, una volta resiliente, si è leggermente contratto ad agosto. Mentre la crescita vacilla, gli investitori si chiedono se l’Italia possa ancora raggiungere l’obiettivo di ridurre il deficit fiscale al 4,5% del PIL nel 2023 e al 3,7% nel 2024, o se il governo Meloni aumenterà l’obiettivo del deficit questo mese».
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