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Scuola, il governo cambia il voto in condotta: con il 6 ci sarà il debito in educazione civica. Arrivano i nuovi istituti tecnici e professionali: cosa cambia

18 Settembre 2023 - 17:23 Antonio Di Noto
Partirà una sperimentazione su larga scala degli Its Academy, bienni in cui gli studenti di indirizzi diversi lavoreranno assieme a professionisti del mondo del lavoro e ai docenti

Riforma del voto in condotta, delle sospensioni e degli Istituti tecnici e professionali. Sono queste le principali novità approvate dal Consiglio dei ministri di oggi – nel quale è stato approvato anche il nuovo Codice della strada e una nuova stretta sui migranti – per quanto riguarda la scuola che ora dovranno essere approvate dal Parlamento. La valutazione del comportamento degli studenti viene modificata con l’intenzione di limitare i casi di violenza bullismo a scuola. Per questo, il voto in condotta viene ripristinato alle medie e sarà considerato ai fini dell’ammissione all’esame finale dei tre anni. Alle superiori, invece, viene introdotta la possibilità di assegnare un debito allo studente che riceve un 6 in condotta, il quale dovrà sostenere un esame di educazione civica. Il 5 in condotta resta legato alla bocciatura, ma il voto potrà ora essere assegnato anche in caso di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del Regolamento di Istituto.

Le sospensioni

«La riforma del voto in condotta responsabilizza i ragazzi e restituisce autorevolezza ai docenti. Prosegue con atti concreti il nostro percorso di ricostruzione di una scuola che dia valide opportunità ai nostri giovani, valorizzi i territori e offra competenze di qualità alle imprese. Nel contempo una scuola che sia anche capace di affermare la cultura del rispetto», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara in seguito all’approvazione del disegno di legge nel Cdm. Oltre al voto in condotta, cambiano anche le sospensioni. Per quelle inferiori a due giorni, anziché essere allontanati dalla scuola, gli studenti che le ricevono continueranno a frequentare le lezioni, con maggiore impegno e studio. Sopra i due giorni, invece, lo studente dovrà svolgere «attività di cittadinanza solidale» presso strutture convenzionate. Se stabilito dal consiglio di classe, l’attività potrebbe prolungarsi anche oltre il periodo di sospensione.

I nuovi istituti tecnici e professionali

Viene prevista anche una riforma degli istituti tecnici e professionali che dovrebbe mostrare i propri effetti a partire dall’anno scolastico 2024-2025, quando, secondo i piani del governo, partirà una sperimentazione su larga scala del modello 4+2. Terminato il percorso quadriennale, gli studenti proseguiranno per un altro biennio negli Its Academy, nei quali prevarrà di gran lunga l’istruzione pratica. L’idea è quella di un «campus tecnologico professionale» che raccoglierà studenti da ogni indirizzo tecnico e professionale affinché lavorino assieme affiancati da docenti e da esperti provenienti dal mondo del lavoro.

«Un canale di Serie A»

«Oggi l’istruzione tecnica e professionale diventa finalmente un canale di Serie A, in grado di garantire agli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al nostro sistema produttivo», ha dichiarato a proposito il ministro all’Istruzione Giuseppe Valditara a margine del Consiglio dei ministri. «L’Italia è il secondo Paese manifatturiero in Europa: secondo i dati Unioncamere Excelsior, dalla meccatronica all’informatica serviranno da qui al 2027 almeno 508mila addetti, ma Confindustria calcola che il 48% di questi sarà di difficile reperimento. A settembre 2023 questo dato ha già raggiunto quota 48% (+ 5 punti rispetto al 43% di un anno fa, nel 2019 era il 33%). Il decreto approvato oggi ha l’obiettivo di trasformare questi numeri allarmanti in una grande opportunità per i nostri giovani», ha aggiunto Valditara.

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