Tasse, il piano del governo per tagliare l’aliquota Irpef ai redditi fino a 28 mila euro
Il taglio del cuneo fiscale che il governo Meloni confermerà nella Legge di Bilancio 2024 potrebbe essere accompagnato da una riduzione dell’Irpef. Con l’estensione a un maggior numero di contribuenti dell’aliquota al 23%. La mossa dovrebbe interessare non solo i dipendenti, ma la generalità dei contribuenti. L’ipotesi allo studio, spiega oggi Il Messaggero, è quella di accorpare i primi due scaglioni. Attualmente si paga il 23% sui primi 15 mila euro e il 25% da quella soglia fino a quella dei 28 mila. Con l’estensione il numero di aliquote scenderebbe a tre. I contribuenti interessati sono quasi 14 milioni includendo pensionati e lavoratori autonomi. Ma il taglio dell’aliquota toccherebbe anche chi è sopra la soglia.
14 milioni di contribuenti
Il piano è soggetto naturalmente alla disponibilità nella Legge di Bilancio. Per questo alla fine l’estensione della prima aliquota potrebbe essere limitata rispetto ai 14 milioni di contribuenti. Il vice-ministro all’economia Maurizio Leo ipotizza un decalage del prelievo sui guadagni, una riduzione che «progressivamente arrivi al 15% se fai gli investimenti, in particolare in macchinari e innovazione, e se fai occupazione». Ma questo richiede tempo mentre in arrivo subito, per essere applicate da gennaio, ci saranno sicuramente semplificazioni che non hanno costo. Come il concordato preventivo per le piccole imprese. Il fisco è in grado di valutare il reddito che produrranno nei prossimi tre anni e se si paga il dovuto, prefissandolo, poi non si hanno scocciature. Semplificazioni anche sul fronte delle sanzioni penali, non certo per le truffe, ma in caso di una sola dichiarazione infedele o di imposte dichiarate ma poi non versate magari perché si attende un pagamento da parte di un’amministrazione pubblica.
Leggi anche:
- Tassa sulle banche, Meloni tira dritto dopo la bocciatura Bce: «Frutterà 3 miliardi». E a Vespa confessa: «Vita privata? Non so più cosa sia»
- La controproposta di Forza Italia sul salario minimo: «Valorizzare i contratti collettivi e detassare tredicesime e straordinari»
- Due per mille e partiti: tra l’exploit di FdI e il M5s che per la prima volta accetta il finanziamento, ecco chi incassa di più