Terremoto, forte scossa tra Toscana e Romagna avvertita a Firenze: «È lo stiramento dell’Appennino»
Una forte scossa di terremoto si è verificata tra Toscana ed Emilia-Romagna poco dopo le 5 del mattino di oggi, 18 settembre. Tantissime sono le segnalazioni che arrivano da Firenze e da Rimini. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha stimato una magnitudo tra 4.6 e 5.1 e dice che la scossa si è verificata alle ore 5 e 10 nella zona di Firenze. Subito dopo ne è seguita un’altra di magnitudo 2.8, segnalata nella provincia di Forlì-Cesena. Al momento non si registrano danni a persone o cose. Successivamente l’Ingv ha corretto la magnitudo a 4.9. La scossa ha avuto epicentro a tre chilometri da Marradi e una profondità di 8,4 chilometri. Il paese è collocato sull’appennino tosco-romagnolo. Alcune persone si sono riversate in strada dopo la scossa.
L’epicentro a Marradi
Un’altra scossa di magnitudo 2.5 si è verificata alle 5.23 a Marradi con profondità di 5 chilometri. A seguito dell’evento sismico registrato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia nella provincia di Firenze alle ore 5.10 con magnitudo 4.8, «sono in corso le verifiche su eventuali danni da parte della Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione civile in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della protezione civile». Un’altra scossa è arrivata alle 5.44 sempre a Marradi. La magnitudo è stata di 2.6 e la profondità di 8,5 chilometri. I vigili del fuoco riferiscono all’agenzia di stampa Agi di «molte richieste da parte di cittadini spaventati». Sono in corso alcune verifiche per delle crepe uscite fuori in abitazioni private. Finora non c’è nessuna segnalazione di danni o persone coinvolte.
Le otto scosse di assestamento
«C’è molta preoccupazione, tanta gente in strada, ma non si segnalano danni particolari», conferma a Rainews24 il sindaco di Marradi, Tommaso Triberti. «I vigili del fuoco stanno uscendo per le verifiche ma al momento non si segnalano criticità», conclude. Il sisma, secondo l’Ingv, è stato seguito da almeno otto scosse di assestamento nei successivi 35 minuti circa. La più forte di queste scosse ha fatto segnare una magnitudo di 2.8, con ipocentro a 7 km di profondità, ed è avvenuta a 4 km a ovest di Tredozio, in provincia di Forlì-Cesena, a circa 10 km in linea d’aria da Marradi.
Lo stiramento dell’Appennino
Secondo gli esperti il terremoto è stato causato dal cosiddetto stiramento dell’Appennino: «È un meccanismo caratteristico di quest’area che sta a cavallo tra Toscana ed Emilia-Romagna», spiega all’Ansa Romano Camassi, sismologo della sezione di Bologna dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. «Finora sono state avvertite una cinquantina di scosse, la maggioranza delle quali sotto una magnitudo di 2.0. Si tratta di una sequenza abbastanza tipica. Ma non possiamo prevedere quanto durerà e se ci saranno o meno altri eventi simili a quello più importante». Dal 2000 ad oggi nellarea si sono verificati altri 7 eventi di magnitudo superiore a 4.0. Il più forte risale al 14 settembre 2003 vicino Loiano, in provincia di Bologna, con magnitudo 5.2. «Purtroppo non abbiamo un quadro del tutto completo della storia sismica della zona, poiché i dati vengono registrati in maniera accurata solo a partire dagli ultimi 200 anni. Ma si tratta senz’altro di un settore dell’Appennino a sismicità elevata», aggiunge il ricercatore.
I treni sospesi
La circolazione ferroviaria è sospesa tra Bologna e Firenze dalle 5:10 per verifiche tecniche dopo il terremoto. La circolazione è invece tornata regolare a Faenza, si legge sul sito di Trenitalia. I treni Alta Velocità possono essere instradati sul percorso alternativo via Prato con un maggior tempo di percorrenza fino a 60 minuti. I treni regionali possono subire cancellazioni e limitazioni di percorso. Attivo il servizio sostitutivo con bus tra Borgo San Lorenzo e Firenze.
L’Ingv e la zona di Marradi
La zona interessata dal terremoto a Marradi «è caratterizzata da alta pericolosità sismica», spiega l’Ingv. L’istituto ricorda che sono due i forti terremoti del passato più vicini all’area della sequenza sismica di queste ore, entrambi con epicentro nella zona del Mugello regione storica nel cuore dell’Appennino tosco-emiliano a circa 25 km a nord di Firenze. Ovvero l’evento del 13 giugno 1542 di magnitudo stimata (Mw) 6.0 e l’evento sismico del 29 giugno 1919 di magnitudo (Mw) 6.4. In particolare il terremoto del 1919 è uno dei più importanti terremoti italiani del XX secolo, e anche uno dei più forti ad oggi conosciuti con epicentro nell’Appennino settentrionale; la zona colpita fu quella del Mugello, con ingenti danni sia nella provincia di Firenze che nel versante romagnolo dell’Appennino. Dalla mappa della sismicità storica, l’epicentro odierno risulta essere relativamente vicino anche ai terremoti dell’Appennino Tosco-Romagnolo in particolare al terremoto del 22 marzo 1661 Mw 6.05 e del 29 ottobre 1725 Mw 5.67.
Da Perugia a Trento
L’evento sismico con epicentro a Marradi, nel Fiorentino, è stato risentito in tutta l’area dell’Appennino tosco-emiliano, in Romagna, nella provincia di Firenze e in tutta la parte settentrionale della Toscana. Ma risulta essere avvertito anche in un’area compresa tra Perugia e Trento. Nella stessa area, alle 4.38, circa 30 minuti prima dell’evento, la rete sismica ha registrato un terremoto di magnitudo Ml 3.3 mentre succesivamente sono stati localizzati altri 25 eventi (alle ore 6:15) di magnitudo compresa tra 2.8 ed 1.1. Tra le città con più di 50000 abitanti vicine all’epicentro si segnalano Imola (BO) e Faenza (RA) a 35 km.
Le crepe nelle case
I vigili del fuoco di Forlì stanno facendo controlli per crepe in alcune case, al momento non risultano persone coinvolte. Molte le chiamate alla sala operativa di cittadini spaventati. Si stanno facendo verifiche su segnalazioni di danni. «Stiamo verificando eventuali danni causati dalla forte scossa di terremoto avvertita in molte zone della Toscana. Al momento non risultato situazioni di particolare criticità. Continueranno i controlli agli edifici e strutture», fa sapere il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.
Il terremoto a Modigliana
A Modigliana il terremoto sull’Appennino tosco emiliano è stato sentito con forza. Le persone si sono riversate all’alba per le strade del borgo. Anche il sindaco Jader Dardi è stato svegliato dalla scossa: «Sono uscito e mi sono mosso per il centro, invitando le persone a stare lontano dagli edifici. Nel percorso che abbiamo fatto, dall’esterno non vedo situazioni di pericolo. Stiamo eseguendo verifiche e abbiamo adottato un’ordinanza di chiusura delle scuole, in attesa dei controlli. Ci mancava anche il terremoto, speriamo sia finita qui», dice all’Ansa il primo cittadino.
Una signora deceduta
Una donna di 94 anni è morta nella rsa Quisisana Modigliana – Cra, sull’Appennino forlivese. La signora sarebbe caduta poco dopo la scossa di terremoto con epicentro a Marradi, aveva una «grave forma di degenerazione cognitiva», come ha spiegato Maria Cristina Rossi, coordinatrice della rsa. «Non abbiamo avuto nessun crollo dopo la scossa e la nostra struttura non è stata evacuata, non c’era il fuggi fuggi, non c’era marasma o confusione. Tutti gli ospiti sono rimasti nei loro letti. Lei è stata alzata», «purtroppo si è trovata in uno stato di agitazione», si è spostata e «sulla sedia a rotelle è caduta da due scalini. Si è fatta male ed è morta». Del decesso è stata informata la Procura di Forlì che ha disposto accertamenti sul caso.
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