Renzi scippa a Calenda una deputata e attacca Meloni sul viaggio all’Onu: «Sarebbe dovuta andare da Biden, non in pizzeria» – Il video
Continua la guerriglia politica a bassa intensità tra gli ex alleati Matteo Renzi e Carlo Calenda. Oggi il leader di Italia Viva ha convocato una conferenza stampa alla sede della Stampa estera, a Roma, per presentare con tutti gli onori tre nuovi ingressi nel nuovo partito: un’assessora della Regione Sardegna, Anita Pili (eletta nella maggioranza di centrodestra di Christian Solinas con la lista Sardegna 20Venti), una consigliera comunale di Genova, Arianna Viscogliosi (ex assessora con Marco Bucci, area centrodestra), ma soprattutto – per il valore politico – la deputata Isabella De Monte, in uscita da Azione. Un dispetto in piena regola a Calenda, che nelle scorse settimane ha convinto l’ex ministra Elena Bonetti a lasciare il partito di Renzi per approdare «al suo fianco» e che potrebbe presto aprire le porte a un altro fuggiasco di pregio, Ettore Rosato – se e quando il padre dell’attuale sistema elettorale scioglierà le sue riserve. Sono «tante adesioni che arricchiscono il cammino congressuale di Italia Viva», ha rivendicato dunque oggi Renzi, al tavolo con le tre new entry e con la coordinatrice del partito Raffaella Paita, ricordando che gli ultimi arrivi «si aggiungono all’abbandono di Fi da parte di Maurizio Sguanci, del Pd di Rosa Maria Di Giorgi in polemica con la linea della Schlein». Insomma, sottolinea l’ex premier, «Italia Viva è un partito con le porte aperte, sia per chi vuole andare sia per chi vuole venire. Leggo di gente in fuga, di Italia Viva in crisi… Se la gente in fuga vuol dire più consiglieri regionali, più parlamentari e presenze più forte sul territorio allora viva la fuga…».
Le stoccate a Calenda, Conte, Schlein e Meloni
La conferenza stampa ha offerto così l’occasione a Renzi per assestare nuove stoccate ai suoi bersagli politici preferiti, a partire proprio dall’ex alleato: «Vedo che Calenda propone un accordo a Conte e Schlein. Noi invece lo proponiamo ai due milioni e mezzo di elettori del Terzo Polo». Quanto ai leader di Pd e M5s, visto il «trionfo dell’ipocrisia» della sua visita a Lampedusa, «il campo largo Conte lo deve fare con la Lega, non con il Pd che si ostina a chiamarsi di sinistra e si è alleato con quelli che hanno fatto i peggiori decreti sulla immigrazione». Infine un appunto velenoso anche per la premier Giorgia Meloni, in rientro oggi in Italia dopo una missione di due giorni a New York che le ha attratto critiche per aver «dato buca» ad alcuni appuntamenti cruciali: «Meloni avrebbe dovuto essere ieri al vertice con Joe Biden, e non in pizzeria. Perché quel vertice non era solo, come ha lasciato intendere una velina di Palazzo Chigi, una photo opportunity. Quei vertici servono per stabilire relazioni, s’incontrano centinaia di capi di governo, e se vuoi in Europa e nel mondo vuoi giocare un ruolo lo devi fare stringendo alleanze, non andando in pizzeria».
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