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Il poliziotto che ha spiegato all’attivista di Ultima Generazione perché non possono bloccare il traffico: «Secondo loro era colpa del 118»

22 Settembre 2023 - 04:50 Redazione
ultima generazione poliziotto antonio palmieri traffico ambulanza milano
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Alessandro Palmieri: gli ho detto che non decidono loro le tratte delle ambulanze

Alessandro Palmieri è l’agente della volante del commissariato di Cinisello Balsamo che ha spiegato agli attivisti di Ultima Generazione perché non potevano bloccare il traffico a Milano. Su viale Fulvio Testi l’attivista provava a giustificare il blocco che stava frenando la corsa di un’ambulanza: «Noi abbiamo chiamato il 118 per far sì che le ambulanze non passassero di qua». L’agente risponde: «Ma non decidete voi le tratte delle ambulanze, devono passare di qua». L’attivista allora chiede al poliziotto di poter riprendere il blocco. La replica: «No non potete rimettervi. Io vi sposto prima che vi mettete, non ha senso che io sto qua a rischio che vi fate investire sotto la mia responsabilità per poi togliervi dopo. Ci stiamo prendendo in giro se facciamo così».

L’ambulanza

Palmieri oggi parla con il Corriere della Sera dell’accaduto. Partendo proprio dall’ambulanza:«Appena siamo arrivati li ho invitati ad alzarsi. Al loro “leader” ho spiegato: “Avete bloccato il traffico da qui a Lecco. Fatemi una gentilezza: lo sapete che a minuti, come sempre accade in questi casi, arriveranno le camionette con il reparto mobile che vi sposterà di peso. Evitiamo il solito giochetto e alzatevi in autonomia”. Mi ha risposto che doveva confrontarsi con gli altri, ma nel frattempo s’è sentita arrivare la sirena di un’ambulanza…». E qui, dice a Pierpaolo Lio, «gli ho fatto notare l’importanza di far passare il mezzo di soccorso. E loro, va detto, si sono subito spostati. Ma come ci facessero un favore, non una cosa ovvia. Nella loro testa era quasi colpa del 118, perché loro avevano avvisato del blocco stradale. E per questo poi avevano l’idea un po’ assurda di tornare a bloccare la carreggiata. Non l’abbiamo permesso. Senza che se ne rendessero conto, ci siamo posizionati in modo da fare loro da scudo per proteggerli, ma anche per impedire di rimettersi in mezzo alla strada».

La discussione durante il viaggio in questura

Palmieri spiega anche che hanno provato a convincerlo delle loro ragioni «in auto, durante il viaggio verso la questura. Abbiamo chiacchierato serenamente, quasi come si fa al bar. Sono sicuramente persone con degli ideali. E che ci sia un problema ambientale è pacifico, siamo tutti d’accordo. Gli ho solo spiegato che magari ci potrebbero essere maniere diverse per esprimere questo giusto ideale». Infine, Palmieri risponde a chi chiede maggiore severità nei confronti degli ambientalisti: «Guardi, non c’erano i presupposti. Non c’è mai stato da parte dei manifestanti nulla che potesse far presagire un pericolo. Una volta allontanati gli automobilisti che inveivano contro di loro, la nostra strategia era di instaurare un dialogo pacifico. E per quanto a qualcuno possa essere sembrato folle quello che diceva il loro portavoce, più tempo passavamo a parlare, più tempo io guadagnavo in attesa dell’arrivo dei colleghi».

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