«Saman Abbas è morta con la faccia a terra. L’hanno uccisa per soldi: non voleva un matrimonio combinato»
Saman Abbas è morta con la faccia a terra. Mentre i suoi familiari la tenevano ferma a testa in giù. E lo zio le ha spezzato il collo. Intanto il padre fumava e la madre guardava. Due detenuti del carcere di Reggio Emilia hanno raccolto le confidenze di Danish Hasnain, zio della 18 enne uccisa e sepolta in un campo a Novellara nella notte tra il 30 maggio e il primo giugno 2021. Poi hanno testimoniato davanti al procuratore capo Calogero Gaetano Paci. I fascicoli sono stati depositati nel processo in cui il padre e altri parenti sono imputati per l’omicidio. E secondo i due carcerati dietro l’omicidio non c’era il fidanzamento osteggiato dalla famiglia, mai soldi. Ovvero i 15 mila euro che il cugino avrebbe offerto al padre per sposarla.
Le testimonianze
Le testimonianze, riportate oggi dal Quotidiano Nazionale, divergono in alcuni punti. In uno dei verbali il padre Shabbar avrebbe tenuto la mano della figlia mentre moriva. Nell’altra, appunto, fumava. A parlare due cittadini marocchini che sono diventati amici di Danish nella quarta sezione del carcere di Reggio. Danish avrebbe raccontato che tutti i componenti della famiglia erano presenti al momento del delitto. Anche la madre Nazia, a tutt’oggi latitante, c’era. E secondo una delle due testimonianze sarebbe stata lei a tenere il polso della figlia a terra. I preparativi per l’omicidio sono andati avanti per dieci giorni. C’era anche un piano alternativo per disfarsi del cadavere. Che prevedeva di farlo a pezzi per spargerne i resti nei fiumi della campagna di Novellara.
I matrimoni combinati
Il matrimonio combinato di Saman avrebbe permesso al cugino di venire in Italia regolarmente grazie al ricongiungimento familiare. Sarebbe così iniziata una serie di matrimoni combinati e lei avrebbe potuto anche divorziare dopo l’arrivo del cugino. Il sistema delle agenzie matrimoniali fraudolente avrebbe generato un giro d’affari importante per la famiglia. Per questo i familiari avrebbero architettato il delitto. Ora le testimonianze sono al vaglio della procura. Che dovrà decidere sulla loro attendibilità.
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